Buona notizia per la Juventus: è più bella e più forte. Cattiva notizia per la Juventus: in una delle migliori partite degli ultimi due anni, non riesce a battere un'Atalanta, volitiva e determinata come sempre, ma priva di giocatori fondamentali, a partire da Zapata. Tuttavia, nonostante i rimpianti, Allegri non può non essere contento di quello che ha visto a Bergamo.
È un'altra Juve
È un'altra Juventus: intensa e propositiva, con un giro palla convincente e che, nel primo quarto d'ora della partita, è a livelli di eccellenza come non si vedeva da un bel po' di tempo. La trasformazione innescata da Vlahovic è impressionante, perché è tanto repentina quanto profonda la metamorfosi di atteggiamento della squadra, che si nota di più in giocatori come Morata e Dybala, ma coinvolge il collettivo. Era da un paio di stagioni che la Juventus non andava a Bergamo e aggrediva in modo così determinato e incisivo l'Atalanta, avversario sempre molto sofferto. Questa Juventus lotterà per il quarto posto e non dovrebbe soffrire troppo per conquistarlo e anche se questa Juventus, visto il pareggio di ieri, difficilmente potrà sognare la clamorosa rimonta, è un progetto estremamente convincente, che farà divertire i tifosi da qui alla fine della stagione, quando verrà completato con il mercato.
Juve, spettacolo a Bergamo
La partita è bellissima: aperta e vigorosa, senza calcoli e nella quale le squadre si alternano in modo quasi sistematico a dominare l'area di rigore avversaria. Parte benissimo la Juventus, con tre occasioni nel primo quarto d'ora: due con Vlahovic e una con Dybala, la più clamorosa, perché l'argentino può liberare il suo micidiale sinistro da buona posizione e la palla sfiora l'incrocio dei pali. Poi riprende campo l'Atalanta, che accumula a sua volta un paio di occasioni (25' Da Roon la più nitida). Due situazioni arbitrali fanno discutere: la prima è un'uscita di Szczesny che fuori dall'area si scontra con Kopmainers (la palla finisce poi a Muriel che fallisce un gol clamoroso a porta quasi vuota). L'impressione è che non ci siano i termini per il rosso, perché l'atalantino manda la palla verso l’esterno e ci sono due o tre difensori che quindi impediscono all'azione di essere "chiara occasione". Poco dopo Hateboer entra con il piede a martello su De Sciglio in un contrasto davanti alle panchine: l'intervento è molto brutto, nonostante l'attenuante della palla vicina. Mariani decide di graziare Hateboer, forse condizionato dalla decisione di qualche minuto prima, per la quale c'erano state molte proteste.
Malinovskyi e Danilo gol
La ripresa ritrova la Juventus aggressiva e in avanti. Tante le occasioni e ancora Dybala ha la più nitida, con un tiro a giro in mezzo all'area che richiede un miracolo a Sportiello. Ma, come nel resto della gara, le squadre si alternano nell'aggredirsi, quindi c'è un ritorno dell'Atalanta che da una parte gioca il suo calcio ruvido, a tratti violento, ma che con il sublime Malinovskyi, entrato al posto di un deludente Muriel, è sempre più pericolosa sotto il profilo tecnico. E proprio l'ucraino si procura la punizione da quasi 25 metri, che lui stesso trasforma con un tiro pazzesco, teso e preciso sotto l'incrocio lontano per Szczesny. Il gol spezza l'equilibrio e incrina l'entusiasmo della Juventus, che ci mette dieci minuti per riprendere il passo e l'intenzione che ne aveva caratterizzato fin lì la prestazione. Vlahovic cala leggermente e commette qualche imprecisione (un filtrante facile facile avrebbe messo Dybala davanti al portiere, ma è corto), ma Allegri capisce che in quel momento può cambiare la stagione e mette dentro Cuadrado per Bonucci, poi anche Akè e Kean, rovesciando la Juventus nella metà campo atlantica. Il risultato è il gol del pareggio di Danilo, al 91': uno stacco imperioso su un corner di Dybala. Giusto così per quello che si è visto in campo.
Atalanta-Juventus, tabellino e statistiche