Non sono molte le note liete di un avvio di stagione assai complicato, per un Toro che si affaccia al recupero della terza giornata contro il Genoa da ultimo della classe: un solo punto, conquistato contro il Sassuolo e gravido di rimpianti per un 3-1 parziale per i granata poi evoluto nel 3-3 finale. Con un po’ di attenzione a Reggio Emilia prima, e nella sfida interna con la Lazio poi (3-2 firmato da Lukic a 3’ dalla fine, prima dell’uno-due piazzato da Immobile e Caicedo), i punti in classifica sarebbero potuti essere sei. Uno più del Genoa salito a 5, dopo il pari nel derby.
Lukic rifinitore
Ecco, assieme alla freschezza di Singo per la gara odierna in ballottaggio con Vojvoda, alla crescita esponenziale di Bremer, alla complessiva tenuta di Lyanco e alla solidissima prolificità di Belotti, autentico leader tecnico e morale del Toro, proprio l’autore del gol dell’illusione contro la Lazio, cioè Lukic, è una tra le poche positività dei granata. Il serbo, che il ct Ljubisa Tumbakovic ha convocato per le sfide del 12, 15 e 18 novembre rispettivamente contro Scozia, Ungheria e Russia, sta trovando una sua piena dimensione alle spalle delle punte. Nel ruolo che sarebbe dovuto essere occupato dal sampdoriano Ramirez, obiettivo di mercato sfumato nelle ultime ore del mercato. Arrivato a Torino su consiglio del suo mentore Sinisa Mihajlovic, ora allenatore del Bologna, Lukic ha prima rotto il ghiaccio con il Toro nel 2016-17, quindi nella stagione successiva ha maturato esperienza nella Liga, con il Levante, prima di far ritorno in granata nel 2018. Gradatamente è diventato protagonista, fino alla stagione in corso che, per quanto visto fin qui, è destinata a essere quella della sua definitiva consacrazione.