Dicono che, ieri sera, Andrea Agnelli abbia telefonato a Luca Percassi per precisare il tenore e il contesto delle dichiarazioni londinesi che hanno scatenato l’ira non solo degli atalantini, ma del vasto fronte anti-juventino, suscitando sconcerto anche fra molti sostenitori dei campioni d’Italia. Il cui presidente deve essersi accorto di avere segnato un clamoroso autogol. Va bene che la Superlega è sempre in cima ai pensieri di Agnelli, sebbene con l’Uefa sia stato raggiunto un appeasement, per rimanere Oltremanica, una pacificazione, grazie anche alla quarta squadra qualificata direttamente alla Champions, privilegio accordato a Germania, Inghilterra, Italia e Spagna. Tuttavia, l’improvvida sortita del Primo Bianconero ci spinge ancora una volta ad esaltare la meritocrazia del campo, dicendo no alla supercongrega di ricconi onusti di gloria e magari indebitati fin sopra le orecchie, i cui titoli di ammissione fra gli Eletti contemplano il palmarès, il bacino d’utenza e l’audience tv, nonchè il concorso alla posizione del ranking Uefa per club e per nazione.
A proposito. Il 28 febbraio scorso, l’Uefa ha pubblicato l’ultimo aggiornamento: 1. Real; 2. Barcellona; 3. Atletico Madrid; 4. Bayern; 5. Juve; 15. Roma; 16. Napoli 17; 50. Inter; 55. Atalanta; 81. Milan e Fiorentina; 107. Torino, Sassuolo e Sampdoria. Grazie allo strepitoso cammino in Champions e dopo le due precedenti campagne in Europa League, l’Atalanta ha guadagnato 37 posizioni, contribuendo in modo evidente al quarto posto dell’Italia nel ranking per nazioni (67,939), fondamentale per continuare ad avere direttamente 4 club nella fase a gironi. Riferendosi alla Roma, Agnelli dixit: "Bisogna anche proteggere gli investimenti e i costi". Giusto. Proprio ieri, Roberto Maida, uno fra i più preparati cronisti di cose giallorosse, a proposito della cessione al multimilionario Friedkin ha scritto sul Corriere dello Sport-Stadio che l’ultima semestrale pallottiana ha certificato una perdita di 87 milioni di euro. Friedkin chiuderà "un affare da almeno 700 milioni (inclusi i debiti da 270 e una quota di aumento di capitale)".
Ha scritto Gianni Dragoni sul Sole-24 Ore, il 3 gennaio scorso: "L’ultimo bilancio approvato dall’Atalanta ha evidenziato un utile netto consolidato di 23,96 milioni. Il bilancio è il più florido della serie A". Nel 2019, l’Atalanta ha sfiorato i 200 milioni di fatturato, nuovo record della sua storia. Terza in classifica nel 2019, quarta oggi con una gara in meno e in procinto di affrontare il Valencia nel ritorno degli ottavi partendo da 4-1; proprietaria dello stadio di Bergamo e del centro sportivo di Zingonia. È giusto che l’Atalanta sia in Champions League? È sacrosanto.