TORINO - I cori razzisti e gli ululati andati in scena a Verona contro Mario Balotelli nell'ultimo match di campionato tra Verona e Brescia, non sono passati inosservati. La Procura della Repubblica di Verona ha aperto due fascicoli d'indagine, per l'ipotesi di reato di violazione della legge Mancino sull'istigazione alla discriminazione razziale, relativamente sia alle dichiarazioni di Luca Castellini alla radio dopo Verona-Brescia, sia per gli ululati contro Balotelli partiti dal settore 'Poltrone Est' dello stadio Bentegodi. Al momento si procede contro ignoti, visto che sono ancora in corso gli accertamenti per ricostruire l'evento e identificare le persone che effettivamente hanno gridato i 'buu' razzisti. Si tratterebbe di un "gruppo esiguo", secondo quanto segnalato dagli investigatori, situato non nella Curva Sud degli ultras ma nel confinante settore delle Poltrone Est, di cui il giudice sportivo ha decretato la chiusura per una giornata.
Sboarino: "Cori non percepiti"
Federico Sboarino, sindaco di Verona prende posizione senza mezzi termini in merito a quanto è accaduto domenica al Bentegodi: "Il razzismo deve essere condannato senza se e senza ma e chiunque compia atti di questo tipo si assume la responsabilità di quello che dice e di quello che fa. Su questo sono categorico e non voglio essere travisato. La seconda cosa - prosegue il Primo Cittadino intervenuto ai microfoni di Rainews 24 - è l'episodio di domenica che ha generato, nella semplificazione giornalistica, 'Balotelli, cori, razzismo, Verona', l'etichetta appiccicata a una città e a una tifoseria che non merita tutto questo. Chi denigra una comunità deve rispondere di quello che dice, penso che sia una cosa legittima. Una cosa è il razzismo, altro tutto quello che è successo: questi cori non li ha percepiti nessuno. Se qualcuno ha fatto qualcosa ne risponderà".
Setti: "Verona non sia capro espiatorio"
Il presidente del Verona, Maurizio Setti, è intervenuto a Rainews24: "Noi siamo i primi a volere chiarezza su come ci si deve comportare. Sul razzismo siamo i primi a non volere che accadano certe cose. Le decisioni le abbiamo prese proprio perché siamo convinti di fare le cose fatte bene. E' che purtroppo in Italia tutto si gestisce in un modo un po' così, siamo diventati noi i capri espiatori di cose che succedono normalmente. Prendiamo esempio dagli inglesi che sono più bravi di noi".
Gravina: "Spero in Balotelli presto in Nazionale"
A lanciare un messaggio distensivo ci pensa presidente della Figc, Gabriele Gravina: "Mi auguro ci sia in tempi rapidi una partecipazione attiva nel gruppo Nazionale di Mario Balotelli: sarebbe un messaggio straordinario verso il mondo che pensa di scoraggiare l'avversario facendo espressioni di quel tipo. Mario insieme a tutti i suoi compagni sarebbe un'immagine bellissima. Non ho mai inciso su quelle che sono le scelte di Mancini perché non ho né la capacità e né il potere di farlo, lui sa benissimo quello che deve fare e vista la sua sensibilità farà tutte le considerazioni del caso". Al presidente della Figc preme anche sottolineare che "Balotelli è italiano, io sto con lui tutta la vita: ha dimostrato di avere una sensibilità da italiano, più italiano degli altri. Se ho sentito Mario? Lo conosco bene, sono particolarmente legato a lui: quello che appare all'esterno non è l'anima di Mario Balotelli. E' un ragazzo molto bravo e deve dar sfogo alla sua vena artistica".
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Tommasi: "La società non dà il buon esempio"
Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori, indica la strada da seguire: "Serve un passaggio culturale su come vogliamo diventi il nostro calcio visto che ora abbiamo anche i grandi campioni di livello internazionale che danno maggiore visibilità al nostro campionato ma diciamo che la società di oggi non è un esempio di accoglienza e integrazione, e questo clima si respira negli stadi". Tommasi commenta anche il Daspo al tifoso del Verona: "La strada che si sta intraprendendo è quella giusta e serve coraggio e non muoversi da soli. Escludere certi comportamenti non può fare altro che aumentare lo spettacolo negli stadi e le presenze".