Il mercato della Juve Next Gen
Le scelte, questa volta, sono state compiute sin dalle fondamenta, in estate. Per dire: Mulazzi ha inaugurato nelle scorse settimane la terza stagione in Next Gen, Palumbo e Da Graca addirittura la quarta. E sarà il quarto anno nella categoria anche per Cudrig, passato nel frattempo anche attraverso un prestito. Una simile tipologia di giocatori, fino a un anno fa, faticava a trovare spazio in seconda squadra. Ma l’esperienza ha consigliato al club di conservare in casa maggior… esperienza. Conservarla o prelevarla, a dire il vero. Perché il mercato, negli ultimi giorni, si è accordato sulle medesime tonalità delle scelte interne: a Vinovo, così, sono approdati Afena-Gyan, 40 presenze in Serie A tra Roma e Cremonese, ma anche anche Semedo, 23 gettoni in Championship con il Sunderland nella passata annata, e Faticanti, arrivato direttamente da un’esperienza in Serie B.
Giocatori di talento, da lanciare o da rilanciare. Giocatori, per certi versi, già più vicini alla prima squadra di Thiago Motta. Ma un po’ più distanti, nel concreto, rispetto al concetto di Next Gen elaborato nelle ultime stagioni. Voltando lo sguardo alle spalle, infatti, la seconda squadra ha rappresentato con più continuità il trampolino di lancio per giovanissimi promossi dal vivaio da sotto età, come era successo a Huijsen e Yildiz, come sta capitando ora ad Anghelè. L’attaccante, classe 2005, è una delle stelline della Next Gen seguite con più attenzione da Thiago Motta, in vista di un possibile, graduale, inserimento in prima squadra. Discorso che potrà a breve coinvolgere anche altri “under 20”: da Pedro Felipe a Comenencia, passando per il volto nuovo Papadopoulos, tutti 2004, per arrivare fino a Puczka, l’ultimo 2005 ghermito sul mercato dallo scouting bianconero.
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