DOHA - A 24 anni, compiuti un mese e mezzo fa, è considerato uno dei più forti difensori centrali del mondo. Con pieno merito. Perché già dalla scorsa stagione è titolare nel rinnovato e sempre ambizioso Bayern targato Nagelsmann & Kahn che ha pagato interamente la clausola rescissoria di 42,5 milioni per acquistarlo dal Red Bull Lipsia nel gennaio 2021 e lasciarlo lì altri 6 mesi prima di fargli indossare la maglia rossa del club bavarese. E soprattutto perché domani sera a Lusail, con la casacca blu della Francia, tornerà a disposizione del ct Deschamps dopo essere stato costretto a saltare la semifinale col Marocco per un’indisposizione febbrile. È recuperato, ha svolto con i compagni le sessioni di allenamento e lotterà strenuamente per conquistare il titolo mondiale contro l’Argentina di Messi.
Fra Guinea e Senegal
Il suo nome e il suo cognome sono inconfondibili in quanto estremamente lunghi, rarissimi, quasi da scioglilingua: Dayotchanculle Upamecano. È nato in Francia, ma il papà proviene dall’ex colonia portoghese della Guinea-Bissau, piccolo Stato dell’Africa Occidentale (circa 2 milioni di abitanti) che si affaccia sull’Atlantico e che possiede centinaia di isole e isolotti la maggior parte dei quali disabitati. La mamma invece è senegalese. Per fortuna ci hanno pensato i suoi fratelli (la sorella maggiore e quello minore), gli amici, i compagni di scuola ad accorciarne sin dall’infanzia gli “appellativi”: dunque per tutti lui è “Dayot” oppure “Upa” e così è chiamato anche dai colleghi calciatori, dai tifosi e dalla stampa tedesca o francese. In Germania pronunciano il suo cognome con la “u” normale e l’accento sulla seconda “a” mentre la dizione francese prevede il classico accento sull’ultima vocale (la “o” finale) e la “u” enunciata a labbra ben serrate, strette, come se avesse le dieresi: lo stesso suono che c’è nella parola “rue”.
Upamecano ricorda Koulibaly
I media tedeschi lo hanno paragonato al senegalese Kalidou Koulibaly, con oltre 7 anni di meno. A cominciare dalle caratteristiche fisiche (il difensore del Chelsea è alto un centimetro in più, 187, e pesa un paio di chili in meno, 88), dalla mamma senegalese, dai natali francesi e dal modo in cui domina la propria area di rigore. E gli strizza l’occhio il franco-ghanese Marcel Desailly, campione mondiale '98, ex Milan, soprannominato “The Rock”: «Ora tocca a lui prendersi il mio nome di battaglia». Assistito dall’agente Volker Struth (58 anni, coloniese, lo stesso che gestisce gli interessi, fra gli altri, di Toni Kroos e Niklas Süle), “Upa” ha firmato un quinquennale con i campioni tedeschi: subito raddoppiato l’ingaggio nella prima stagione in Baviera passando da 2,4 a 4,8 milioni netti. Il contratto prevede aumenti ogni 12 mesi fino a un tetto di 10 milioni da raggiungere nel 2025-’26.
Il tocco di Rangnick
Di umili origini (padre piastrellista, madre parrucchiera) Upamecano è nato a Évreux, 55.000 abitanti, terza città della Normandia dopo Le Havre e Rouen. Il suo nome, Dayotchanculle, deriva da quello del bisnonno paterno ed è un titolo onorifico riservato al capo-villaggio dell’isola di Jeta, nel dipartimento guineense di Caió. Per motivi di lavoro, la famiglia si è spostata spesso di domicilio. Così ha cominciato a giocare a 6 anni nell’accademia della Vaillante di Angers, poi a 10 è passato al FC de Prey, a 11 nell’Évreux (che ha sfornato anche Mathieu Bodmer, Bernard Mendy e Ousmane Dembélé, suo compagno di scuola e suo miglior amico nel popolare quartiere La Madeleine di Évreux) quindi nel 2013 s’è trasferito nel settore giovanile del Valenciennes dalla cui squadra Under 19 è stato acquistato nel luglio 2015 per 2,2 milioni dal Red Bull Salisburgo che lo ha girato a farsi le ossa per 6 mesi nel club satellite del Liefering (quartiere della città). In quel periodo, estate 2015, ha conquistato con i “Petit Bleus” francesi l’Europeo Under 17 in Bulgaria.
La bestia e le gabbie
“Upa” ha debuttato con i “Tori Rossi” nella Bundesliga austriaca il 19 marzo 2016 e in breve è diventato titolare. I compagni l’hanno soprannominato “Die Bestie”, la Bestia. Nel 2017 il passaggio al Red Bull Lipsia allenato anche dal milanista mancato Ralf Rangnick, divenuto poi ds (Nagelsmann in panchina). «Il segreto del mio successo? ? sorride Dayot ? Le gabbie del calcetto, da ragazzino: se sopravvivi a quell’esperienza, sopravvivi a tante cose nella vita... ».