Secondo il naturalismo, la persona come tale è il risultato di tre elementi: il fattore ereditario, l'ambiente sociale e il momento storico che gli è toccato vivere. Se Émile Zola fosse ancora vivo si sarebbe, molto probabilmente, appassionato all'affaire Cristiano Ronaldo. In questo caso, non c'è tanto d'accusare, quanto da analizzare le ragioni che stanno portando il secondo miglior calciatore degli ultimi 15 anni, che ieri non si è presentato all'allenamento delle riserve, a chiudere nel peggiore dei modi la propria carriera. Lasciando da parte il fattore ereditario per una chiara mancanza di competenze (le nostre), non c'è dubbio che una società sempre più votata all'individualismo come quella attuale non lo abbia aiutato a sviluppare un senso di comunità (da difendere) nella quale riconoscersi. E, sotto questo aspetto, il suo milieu familier non gli ha, di certo, dato una mano a farlo. Basti pensare ai continui interventi pubblici di mamma, sorelle e compagna. Legittimi se non fosse che gli argomenti utilizzati finiscono sempre col danneggiare ulteriormente l'immagine pubblica di uno dei più grandi atleti dei nostri tempi. Insomma, assicurando che «l'1% dei portoghesi sono miserabili» o sottolineando «la pochezza di gran parte del popolo portoghese», sorella Elma e sorella Katia non fanno un gran favore al proprio fratellone: «Vieni a casa tua, dove ti amano e ti abbracciano». Proprio come si fa con un bimbo viziato.
La decisione
La decisione di Fernando Santos di lasciarlo in panchina non è stata incassata granché bene nemmeno da Georgina Rodríguez, l’influencersissima compagna del fuoriclasse lusitano, che ha ribaltato la situazione prendendo spunto dalla foto, diventata virale, in cui si vede come, durante l’inno portoghese, la maggior parte dei fotografi abbia preferito girarsi verso la panchina: «Mentre 11 calciatori cantavano l’inno, gli obiettivi erano puntati su di te». Beh, con il suo commento a un’immagine chiarissima, ha rovinato tutto, ribadendo quali siano le loro priorità. Non a caso, se alla vigilia degli ottavi di finale il 70% dei lettori di A Bola lo volevano fuori dall’undici iniziale, il giorno dopo è il 91% a chiedere che Gonçalo Ramos sia titolare anche ai quarti contro il Marocco. L’affaire Cristiano, come sarebbe piaciuto a Zola, è diventato un affare di Stato e, sfortunatamente per la famiglia reale di Funchal, il presidente Marcelo Rebelo de Sousa sta con Fernando Santos: «Non ha sbagliato nulla. Ha messo in campo una squadra a sorpresa, senza Ronaldo, sorprendendo gli avversari». Probabilmente, però, anche lui è un miserabile.