L'Italia e il tris alla Francia: tre pensieri stupendi, un rimpianto e un avviso

È bello vincere, è bello rivedere l’atteggiamento giusto, ma sono ancora tutte lì le magagne che erano state doviziosamente elencate a luglio
L'Italia e il tris alla Francia: tre pensieri stupendi, un rimpianto e un avviso© / Agenzia Aldo Liverani

Restano tre pensieri stupendi nella stupenda serata azzurra, un rimpianto e un avvertimento. Esattamente in quest’ordine. Uno: Battere i francesi fa sempre godere. Lo sanno benissimo anche loro perché la cosa è simpaticamente reciproca. Per cui, godiamo che vincere 3-1 a casa loro è cosa rara e non facile (70 anni esatti dall’ultima volta), anche se è impressionante come i Bleus non riescano più a mettere a terra la loro impressionante qualità. Due: Si sono viste cose molto convincenti: lo spirito di reazione dopo la terrificante laccata iniziale; lo sviluppo di una manovra brillante e ragionata (Spalletti ha incartato Deschamps); la voglia di fare la partita fino all’ultimo, cercando il terzo gol dopo il secondo; la capacità di soffrire in fase difensiva senza concedere niente. Tante cose belle. Tre: Ci sono cinque giocatori che hanno un livello pari ai più forti della fortissima Francia: Donnarumma, Calafiori, Di Marco, Tonali e Cambiaso (e merita una menzione la prestazione di Ricci).

Il rimpianto 'Europeo'

Non è poco per ricostruire qualcosa di solido, visto che si tratta di giovani o maturi, non certo calciatori in parabola discendente. Il rimpianto è: essendo sostanzialmente la stessa squadra dell’Europeo di due mesi fa, perché abbiamo beccato malamente dalla Svizzera allora, se siamo in grado, oggi, di battere con merito la Francia? Cosa è successo in quelle settimane tedesche in questo gruppo? Spalletti qualche coraggiosa risposta l’ha data lunedì a Coverciano e proprio quei ragionamenti rendono più aguzzo il rimpianto. L’ avvertimento è quello di non pensare che una, pur meravigliosa, vittoria sulla Francia abbia risolto i problemi del nostro calcio e neppure quelli della Nazionale maggiore. Può sembrare banale ribadirlo, ma nel nostro caso banale non è, perché c’è una vasta letteratura che racconta come certe vittorie siano state ubriacanti, nascondendo e non risolvendo i problemi, che infatti si sono ripresentati più grandi di prima. È bello vincere, è bello rivedere l’atteggiamento giusto, ma sono ancora tutte lì le magagne che erano state doviziosamente elencate a luglio (partendo dalla mancanza di un sistema che continua a vedere le componenti una contro l’altra). Diciamo che, ora, le possiamo affrontare di buon umore ed è già qualcosa.

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