Quarant'anni fa il Mondiale tinto d'azzurro

Il 13 giugno 1982 comincia in Spagna il torneo che riporta l'Italia sul tetto del mondo. Un racconto che vi accompagna tutti i giorni su Tuttosport in edicola

Quarant'anni fa: sembra ieri eppure sono già passate due generazioni. E a quella più giovane devi raccontare che cosa sia stato quel Mondiale, quel Mundial. Perché non ne ha consapevolezza e non sa chi siano stati, per chi aveva allora vent'anni, gli eroi inaspettati che riportarono l'Italia sul tetto più alto del mondo, 44 anni dopo l'epopea di Vittorio Pozzo. Perché quello fu il torneo delle sorprese, quello che avrebbe dovuto vincere il fenomenale Brasile e che cominciò con l'inaspettata sconfitta al debutto dell'Argentina campione del mondo, il 13 giugno 1982 contro il Belgio. E finì per tingersi di azzurro.

Dagli insulti al trionfo
L'Italia partì tra i dubbi e gli insulti della vigilia: Enzo Bearzot diede uno schiaffo a una ragazza che lo insultava per non aver convocato l'interista Beccalossi, mentre buona parte della stampa gli dava contro per aver preferito Paolo Rossi (appena rientrato dopo due anni di squalifica) al Pruzzo vincitore della classifica marcatori. Ma il ct era fatto così. Uno che amava i “suoi” giocatori, da cui veniva ricambiato con fedeltà. E fu questa la forza della squadra, che passò dalle pernacchie del girone eliminatorio di Vigo al doppio miracolo del Sarrià, quando mise sotto prima l'Argentina e poi il Brasile. Da lì fu tutto facile, con la vittoria in semifinale sulla Polonia e il trionfo l'11 luglio al Bernabeu di Madrid: Germania Ovest sconfitta sotto gli occhi di Sandro Pertini, per una notte capo della torcida azzurra. Un racconto lungo un mese, che vi accompagnerà ogni giorno su Tuttosport.

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