Quarto appuntamento con la rubrica dedicata ai Golden Boy targati XX secolo, i campioni del passato meritevoli di conquistare il trofeo internazionale di Tuttosport riservato al miglior Under 21 dell’anno. Siamo al giro di boa del nostro viaggio nel tempo cominciato a partire dal 1963, esattamente 40 anni prima della nascita ufficiale del Golden Boy Award. Il quinquennio che analizziamo nella puntata odierna va dal 1978 al 1982 incluso.
Förster, muro tedesco
Giocavano fuori dall’Europa (e non erano più Under 21 quando approdarono nel Vecchio Continente) i più famosi calciatori nati nel 1958, cioè ventenni nel ’78. Due provenienti dal Centro America, uno dal Nord Africa: il messicano “Hugol” Sánchez, il salvadoregno “Mágico” González e l’algerino “Tacco di Allah” Rabah Madjer. Regolamento alla mano, tutti e tre ineleggibili per il Golden Boy. Così il prescelto sarebbe stato il biondo difensore centrale tedesco Karlheinz Helmut Förster, più giovane e più forte di suo fratello maggiore Bernhard – classe 1956 – con cui faceva coppia nello Stoccarda e nella Germania Ovest (81 presenze e 2 reti per “Kalle” contro le 33 e nessun gol di “Bernd” nella “Mannschaft”). Nel ’76-’77 era già titolare con lo Stoccarda che centrò la promozione in Bundesliga. A 19 anni, 8 mesi e 11 giorni esordì ad Amburgo (amichevole contro il Brasile) nella Nazionale tedesca agli ordini del ct Schön. Nel 1984 regalò allo Stoccarda il primo titolo dell’èra Bundesliga. Arcigno e implacabile marcatore, tipo il bavarese Schwarzenbeck, conquistò l’Europeo 1980 mettendo il bavaglio al temibile belga Ceulemans nella finale di Roma. Due medaglie d’argento consecutive ai Mondiali (’82 e ’86). Si trasferì poi a Marsiglia dove vinse due Ligue 1 e una Coppa di Francia nell’OM.
Schuster, "Don Bernardo"
La Germania è la sua patria, ma dopo aver giocato per 13 anni di fila nei 3 più grandi club spagnoli (Barcellona, Real e Atlético) ha deciso di mettere radici nella Penisola Iberica dove s’è anche risposato con l’avvocatessa Elena Blasco, nata nel 1980 a Salamanca. Ci riferiamo a Bernhard “Bernd” Schuster, splendido centrocampista nato ad Augusta, in Baviera, il 22 dicembre 1959. Già prodigioso talento a 16 anni nell’omonimo club della sua città, venne acquistato nel ’78 dai neocampioni del Colonia dove debuttò in Bundesliga il 21 ottobre di quello stesso anno sostituendo il difensore Prestin nel match perso in casa 0-2 contro l’Eintracht Francoforte. Non aveva ancora compiuto 19 anni. Nell’80 condusse la Germania Ovest alla conquista dell’Europeo a Roma e subito dopo si trasferì nel Barcellona di Simonsen, Krankl e Quini guidato dal “mago” Helenio Herrera. A dicembre, poco prima di compiere 21 anni, giunse 2° nel Pallone d’Oro dietro il connazionale Rummenigge. In Germania lo chiamavano “Der Blonde Engel”, l’Angelo Biondo, ma in breve il suo soprannome venne spagnolizzato in “Don Bernardo”, il Signore. Come Don Fabio Capello o Don Santiago Bernabéu. Nel suo palmarés 1 Coppa delle Coppe, 3 campionati spagnoli, 6 Coppe del Re, 3 Supercoppe di Spagna e 2 Coppe di Lega.