«A Daniel Maldini pagherò una cena, siamo amici fin dai tempi delle Nazionali Under 15», sorride Roberto Piccoli, il Golden Boy - Best Italian Player 2021. Il 20enne attaccante dell’Atalanta ha battuto in volata l’amico e compagno di scuderia Daniel Maldini (entrambi sono rappresentati dall’agente Giuseppe Riso) e dopo tre anni ha stoppato l’egemonia del Milan, protagonista dei primi tre Golden Boy italiani grazie ai successi di Cutrone (2018), Donnarumma (2019) e Tonali (2020).
Quanto è orgoglioso del premio che riceverà durante la “Golden Night” di lunedì alla Nuvola Lavazza di Torino?
«Molto. Sarà emozionante ricevere un riconoscimento così prestigioso. Il Golden Boy italiano è il coronamento di questa mia prima parte di carriera. Ripaga i sacrifici che hanno fatto i miei genitori e anche io fin da bambino».
Quando è stato annunciato “Golden Boy - Best Italian Player 2021” i compagni dell’Atalanta qualche battuta l’avranno fatta...
«Pessina più di tutti. E mi ha anche detto che adesso devo portare tutta la squadra fuori a cena».
Il Golden Boy Absolute Best se lo è aggiudicato Pedri del Barcellona: vedendosi nella lista dei 20 fi nalisti, ci aveva fatto un pensierino?
«Sinceramente no perché tra quei 20 ci sono giocatori che si sono già affermati ad alto livello. In Italia i giovani vengono considerati in modo diverso. Io, però, sono stato fortunato perché l’Atalanta e lo Spezia, dove ho giocato lo scorso anno in prestito, sono due club che lanciano anche gli Under 21».
S’aspettava di giocare di più in questa prima parte di stagione con l’Atalanta?
«Qualsiasi calciatore vorrebbe giocare di più. Diciamo pure sempre. Rispetto le scelte dell’allenatore perché sono consapevole di far parte di un gruppo con giocatori di livello mondiale, nel quale non è semplice ritagliarsi spazi. Il mio obiettivo è quello di farmi trovare pronto quando vengo chiamato in causa».
Inizia a valutare l’idea di un nuovo prestito, magari già a gennaio, che le consenta di giocare con maggiore continuità?
«È un sogno per me giocare a casa, nel club in cui sono cresciuto e per il quale tifo. Con Gasperini ho un rapporto bello, ma soprattutto schietto e sincero: nelle prossime settimane prenderemo insieme la decisione migliore come abbiamo sempre fatto anche in passato».
Quale consiglio le ripete più spesso Gasperini?
«Gasp mi dice sempre di non fermarmi mai. Mentre Italiano, il mio allenatore lo scorso anno allo Spezia, mi martellava sull’aspetto della concentrazione. Avendo lavorato con lui per un anno, non mi stupisce l’ottima annata della Fiorentina. Italiano e Gasperini sono diversi, ma entrambi bravissimi».
Nel 2019, quando ancora giocava nella Primavera dell’Atalanta, uno dei nostri osservatori della rubrica settimanale “Tuttosport a caccia di talenti” (Gianluca Mirra) le dedicò una relazione tecnica. Il titolo era: “Bomber Piccoli decolla. Fisico, velocità e gol. È un po’ Vieri e un po’ Zapata”. Chi è il suo modello di numero 9?
«Innanzitutto cerco di imparare da Zapata con cui mi alleno tutti i giorni. Ma provo a “rubare” i segreti del mestiere anche a Muriel e Ilicic. Per caratteristiche tento di imitare soprattutto Duvan, che possiede una fisicità straripante, e anche Ibrahimovic. Di Zapata e Ibra ammiro l’incredibile cattiveria agonistica».
Il premio di Golden Boy italiano lo ha meritato grazie anche ad alcuni gol importanti. Il più bello?
«Quello che ho segnato a Bologna con la maglia dello Spezia. Peccato per la rete che mi hanno annullato a San Siro con l’Atalanta. Sarebbe stato il mio secondo gol in altrettante gare disputate in un tempio del calcio così affascinante e importante».
Lei è il centravanti dell’Italia Under 21 e la Nazionale di Mancini, in ottica qualificazione al Mondiale 2022, è alla ricerca di nuovi numeri 9. Sono molti a considerarla il futuro attaccante azzurro: avverte pressione?
«No, piuttosto è uno stimolo, una carica ulteriore. Non mi faccio paranoie e non guardo così avanti, al 2022. Poi se arriverà la chiamata del ct sarò felice».
Come vive il dualismo con Lucca (Pisa) per la maglia numero 9 dell’Under 21?
«In modo normale. Guardo a me, non agli altri. Lucca sta facendo bene in Serie B, ma io non temo nessuno e penso a migliorare ogni giorno».
Vlahovic è un suo (quasi) coetaneo: sorpreso dalla continuità del serbo, bomber della Fiorentina e del campionato assieme a Immobile (13 gol)?
«Non sono stupito perché conosco Dusan dai tempi delle sfide a livello di Primavera tra Atalanta e Fiorentina. C’è sempre stata una rivalità sana tra di noi, una sorta di partita nella partita. Vlahovic ha sempre dimostrato - e mostra tuttora - una gran voglia di arrivare. Mi piacerebbe seguire le sue orme. Haaland, un altro classe 2000, è mostruoso, però Dusan non è così lontano».
Chi vincerà la classifica marcatori in Italia?
«Punto su Zapata, sarebbe un bene anche per l’Atalanta».
Nella Primavera dell’Atalanta è stato compagno di Kulusevski: qual è il vero ruolo dello juventino?
«Ho giocato per un anno con Dejan, è davvero forte. Lo dimostra il fatto che sia già al secondo anno di Juventus e sono convinto che presto esploderà in tutta la sua bellezza. Kulusevski ama svariare per il campo: da noi era una mezzala, ma di fatto agiva da trequartista».
A proposito di bomber: Lewandowski non ha vinto il Pallone d’Oro, andato a Messi, mentre le leggende del board di Tuttosport (Shevchenko, Eto’o, Toni, Matthäus, Costacurta, Van der Sar, Veron, Chapuisat, Rui Costa...) hanno incoronato il polacco Golden Player e miglior giocatore del 2021: lei che ne pensa?
«Lewandowski ha meritato il Golden Player e sicuramente è il miglior numero 9. Segna talmente tanto, e con incredibile regolarità, che la volta che non fa gol sembra strano... Pazzesco!»