Mourinho show: "Mancata conferenza? Mai scappato in 24 anni. Vi spiego..."

La giustificazione dello Special One per la sua assenza dopo la sconfitta del Feberbahce nel derby di Istanbul contro il Galatasaray

Dopo la sconfitta nel derby di Istanbul contro il Galatasaray, José Mourinho è tornato a parlare nella conferenza stampa di vigilia dell'esordio di Europa League contro i belgi dell'Union Saint-Gilloise. Lo Special One ha voluto chiarire i motivi dietro alla scelta di non rilasciare interviste dopo l'ultima sconfitta. Una decisione che aveva generato grandi polemiche in Turchia e a cui il portoghese ha dato una motivazione chiara.

Mourinho: "Mai scappato dalla stampa, non ho paura"

L'allenatore ha spiegato così la sua scelta: "Prima di tutto devo dire che in 24 anni di carriera calcistica non sono mai scappato da una conferenza stampa, soprattutto dopo una sconfitta. Non ho mai avuto paura dei giornalisti, delle domande che potrebbero fare, delle conferenze stampa. Non è nemmeno la prima volta, non ho creato una situazione diversa con voi. La mia mancata partecipazione alla conferenza stampa quel giorno non ha nulla a che vedere con il risultato o con qualsiasi altra cosa. C'è una situazione che è giusta o non giusta, farò lo stesso anche per le prossime partite". Il portoghese è quindi sceso nei dettagli, spiegando i problemi relativi alle tempistiche: "Non ha senso aspettare 75 minuti per una conferenza stampa. Appena è terminata la partita mi sono congratulato con l'allenatore avversario e poi sono andato subito all'intervista lampo. Dopodiché ho dovuto aspettare 70 minuti per la conferenza stampa. In realtà sono andato lì, ho aspettato alla porta e ho cercato di entrare, ma me l'hanno impedito. Ho dovuto aspettare dietro a un cancello, è una cosa che non capisco. Posso capire che il direttore tecnico della squadra ospite debba entrare per primo nella conferenza stampa, ma non era questo il caso perché entrambe le squadre erano di Istanbul. Ci dovrebbero essere dei limiti".

Mourinho attacca la stampa: "Mi mancate di rispetto"

Mourinho ha quindi attaccato la stampa turca per il comportamento nei suoi confronti: "Normalmente si aspettano 15-20 minuti per la conferenza stampa, 30 minuti se necessario. Ma aspettare 70 minuti come succede in Turchia è irrispettoso. Se pensate che vi abbia mancato di rispetto, sono io che penso che abbiate mancato di rispetto a me. Sapete a che ora abbiamo lasciato lo stadio quel giorno, anche se non ho partecipato alla conferenza stampa? Se avessi partecipato probabilmente saremmo partiti alle 3 del mattino. Il giorno dopo eravamo qui alle 10 per analizzare la partita che abbiamo giocato e la squadra dell'Union-Saint Gilloise".

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Mourinho: "Una sconfitta non mi porta all'inferno"

Mourinho ha quindi parlato delle motivazioni dopo una sconfitta pesante come quella contro il Galatasaray: "Non posso dire che siamo le persone più felici a Istanbul in questo momento, ma siamo professionisti e dobbiamo mostrare una reazione. Dico sempre che una grande vittoria non mi porterà sulla luna, ma una grande sconfitta non mi manderà all'inferno. Cerco sempre di trovare questo equilibrio per me stesso e cerco di trasmetterlo ai miei giocatori, quindi l'impatto di questa sconfitta dovrebbe essere positivo per noi. Certo, abbiamo sofferto, siamo feriti, ma i miei giocatori sono motivati e sanno che dobbiamo uscire da questa sensazione di infelicità. L'unico modo per farlo è vincere le partite, non c'è altro modo".

Fenerbahce, Mourinho: "Galatasaray? Complimenti all'arbitro..."

Infine l'ex Inter e Roma è tornato sui motivi della sconfitta nel derby di Istanbul: "Abbiamo giocato in condizioni normali, non bisogna guardare solo dal proprio punto di vista. C'è un'altra squadra che a volte può giocare meglio, meritare di più o essere semplicemente più fortunata. Quando giudichiamo non dobbiamo dimenticare questi aspetti. In quella partita, non dico per quanto riguarda l'arbitro, ma i piccoli dettagli sono stati decisivi. Mi congratulo con l'arbitro per aver condotto la gara in modo equilibrato. Come ho detto, se c'è qualcuno da criticare, siamo io e i miei giocatori".

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Dopo la sconfitta nel derby di Istanbul contro il Galatasaray, José Mourinho è tornato a parlare nella conferenza stampa di vigilia dell'esordio di Europa League contro i belgi dell'Union Saint-Gilloise. Lo Special One ha voluto chiarire i motivi dietro alla scelta di non rilasciare interviste dopo l'ultima sconfitta. Una decisione che aveva generato grandi polemiche in Turchia e a cui il portoghese ha dato una motivazione chiara.

Mourinho: "Mai scappato dalla stampa, non ho paura"

L'allenatore ha spiegato così la sua scelta: "Prima di tutto devo dire che in 24 anni di carriera calcistica non sono mai scappato da una conferenza stampa, soprattutto dopo una sconfitta. Non ho mai avuto paura dei giornalisti, delle domande che potrebbero fare, delle conferenze stampa. Non è nemmeno la prima volta, non ho creato una situazione diversa con voi. La mia mancata partecipazione alla conferenza stampa quel giorno non ha nulla a che vedere con il risultato o con qualsiasi altra cosa. C'è una situazione che è giusta o non giusta, farò lo stesso anche per le prossime partite". Il portoghese è quindi sceso nei dettagli, spiegando i problemi relativi alle tempistiche: "Non ha senso aspettare 75 minuti per una conferenza stampa. Appena è terminata la partita mi sono congratulato con l'allenatore avversario e poi sono andato subito all'intervista lampo. Dopodiché ho dovuto aspettare 70 minuti per la conferenza stampa. In realtà sono andato lì, ho aspettato alla porta e ho cercato di entrare, ma me l'hanno impedito. Ho dovuto aspettare dietro a un cancello, è una cosa che non capisco. Posso capire che il direttore tecnico della squadra ospite debba entrare per primo nella conferenza stampa, ma non era questo il caso perché entrambe le squadre erano di Istanbul. Ci dovrebbero essere dei limiti".

Mourinho attacca la stampa: "Mi mancate di rispetto"

Mourinho ha quindi attaccato la stampa turca per il comportamento nei suoi confronti: "Normalmente si aspettano 15-20 minuti per la conferenza stampa, 30 minuti se necessario. Ma aspettare 70 minuti come succede in Turchia è irrispettoso. Se pensate che vi abbia mancato di rispetto, sono io che penso che abbiate mancato di rispetto a me. Sapete a che ora abbiamo lasciato lo stadio quel giorno, anche se non ho partecipato alla conferenza stampa? Se avessi partecipato probabilmente saremmo partiti alle 3 del mattino. Il giorno dopo eravamo qui alle 10 per analizzare la partita che abbiamo giocato e la squadra dell'Union-Saint Gilloise".

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