Le origini, il razzismo e Dragonball: Nico Williams, l’oro della Spagna

L'attaccante dell'Atheltic Bilbao sta trascinando la Roja all'Europeo: il calvario dei genitori, il legame con il fratello Inaki e l'esultanza contro i cori discriminatori

Rapidità, dribbling e un sorriso sulle labbra: quando punta gli avversari sembra Ronaldinho. Calma, nessun paragone, la nazionalità è diversa, ma lo spirito è lo stesso. Quando scende in campo torna bambino. Ancora è giovane, solo 2002, ma con Yamal sembrano due adolescenti al parco. Un esempio? La morra cinese alla fine della partita contro la Georgia per decidere chi doveva bere per primo dalla borraccia. Gli avversari al contrario quando lo affrontano sono un po' meno contenti, incute timore, chiedete pure a Di Lorenzo. Lo spagnolo è estroverso, ma anche molto sensibili a temi importanti come quello sul razzismo. Qualcosa che sente fortemente anche per le origini della famiglia. Ma restiamo al presente.

Nico Williams, Europeo da favola

Perché gioca Nico Williams? Lo avranno pensato in tanti. Lo ha dimostrato in campo. Dopo le grandi prestazioni nei gironi, ora è arrivato anche il gol contro la Georgia. Un quadro perfetto delle sue potenzialità: corsa, dribbling e un destro imparabile anche per Mamardashvili, tra i migliori nel torneo. E i numeri sono dalla sua parte: è l'unico giocatore mai registrato ai Campionati Europei UEFA (dal 1980) a segnare una rete, fornire un assist e completare il 100% dei passaggi (46/46) in una partita da titolare.

Ora è un punto fermo della Nazionale di De La Fuente, che di fronte al talento dei suoi due giovani attaccanti ha messo da parte anche la carta d'identità. Il valore per l'amicizia lo ha imparato in famiglia, grazie anche a suo fratello Inaki, che ha scelto il Ghana, le vere origini dei genitori, che hanno affrontato un calvario per dare un futuro ai propri figli. E ora sono stati ricompensati.

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Il viaggio della famiglia Williams 

Se ora Nico può vivere questa vita lo deve ai genitori, oltre al suo immenso talento. Il padre Felix e la madre Maria sono arrivati in Spagna partendo dal Ghana e attraversando il deserto del Sahara. E la mamma era incinta del fratello maggiore Inaki, che al Pais ha raccontato il forte legame emotivo che la sua famiglia ha con il passato: "Durante una vacanza a Dubai abbiamo fatto una gita. Quando siamo arrivati lì mia madre è scoppiata a piangere perché le ricordava le sue sofferenze quando ha attraversato il deserto, i piedi scottati dalla sabbia bollente". Valori che ha imparato ad apprezzare anche il giovane calciatore, legato alle sue origini. Nonostante abbia appena 22 anni (li farà il prossimo 12 luglio), ha mostrato un grande attaccamento verso tematiche importanti, come il razzismo, uno dei problemi della Liga che ha dovuto subire anche Vinicius. Ma entrambi non sono rimasti con le braccia conserte.

Nico Williams contro il razzismo

Durante il match contro l'Atletico Madrid, Nico Williams ha richiamato più volte l'attenzione dell'arbitro per via dei cori razzisti da parte dei tifosi. La partita è stata sospesa per qualche minuto, per poi riprendere dopo l'annuncio dello speaker. Dopo appena dieci minuti è arrivato il gol dello spagnolo, che ha esultato indicando il colore della pelle. "Non è normale essere insultato per il colore della tua pelle – ha commentato Nico Williams al termine del match. So che le persone stupide sono ovunque, ma qualcosa deve cambiare. I giocatori avversari mi hanno supportato e mi hanno capito. È inaccettabile sentire gli ululati e ho visto e sentito 3 ragazzi". Un messaggio ripreso a gran voce da tutti. Ma a proposito di esultanze, il baby fenomeno ne ha studiate diverse con il fratello.

Le esultanze per Dragonball e il recupero in stile Goku

Una grande passione di Nico Williams è sicuramente Dragonball, un anime che ha accompagnato l'infanzia di molti e che ancora oggi viene apprezzato. Ed è un amore che condivide con il fratello Inaki. Un esempio? La fusione per ricordare Akira Toriyama (inventore del manga) dopo la sua morte. In campo il calciatore vola come i protagonisti del cartone, ma esulta anche mimandone i gesti. Tra i tanti il teletrasporto di Goku, quello che sembra stia utilizzando ora agli Europei quando si trova senza una ragione da una parte all'altra del campo.

Un altro richiamo all'anime è stato il recupero nella camera iperbarica per cercare di prevenire un'infiammazione muscolare. Proprio come il protagonista della saga giapponese prima di affrontare Freezer su Namek. L'avventura di Nico è appena iniziata e il copione è da riempire e dipende tutto dai suoi piedi. To be continued.

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Rapidità, dribbling e un sorriso sulle labbra: quando punta gli avversari sembra Ronaldinho. Calma, nessun paragone, la nazionalità è diversa, ma lo spirito è lo stesso. Quando scende in campo torna bambino. Ancora è giovane, solo 2002, ma con Yamal sembrano due adolescenti al parco. Un esempio? La morra cinese alla fine della partita contro la Georgia per decidere chi doveva bere per primo dalla borraccia. Gli avversari al contrario quando lo affrontano sono un po' meno contenti, incute timore, chiedete pure a Di Lorenzo. Lo spagnolo è estroverso, ma anche molto sensibili a temi importanti come quello sul razzismo. Qualcosa che sente fortemente anche per le origini della famiglia. Ma restiamo al presente.

Nico Williams, Europeo da favola

Perché gioca Nico Williams? Lo avranno pensato in tanti. Lo ha dimostrato in campo. Dopo le grandi prestazioni nei gironi, ora è arrivato anche il gol contro la Georgia. Un quadro perfetto delle sue potenzialità: corsa, dribbling e un destro imparabile anche per Mamardashvili, tra i migliori nel torneo. E i numeri sono dalla sua parte: è l'unico giocatore mai registrato ai Campionati Europei UEFA (dal 1980) a segnare una rete, fornire un assist e completare il 100% dei passaggi (46/46) in una partita da titolare.

Ora è un punto fermo della Nazionale di De La Fuente, che di fronte al talento dei suoi due giovani attaccanti ha messo da parte anche la carta d'identità. Il valore per l'amicizia lo ha imparato in famiglia, grazie anche a suo fratello Inaki, che ha scelto il Ghana, le vere origini dei genitori, che hanno affrontato un calvario per dare un futuro ai propri figli. E ora sono stati ricompensati.

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