L’Olanda gode con Xavi Simons, il ‘Cruijff rasta'

In prestito al Lipsia dal Psg, è inseguitissimo sul mercato: «Lo United? Sto bene a Parigi»

È stato di gran lunga il migliore in campo dell’Olanda che ha messo in difficoltà la Francia grande favorita a Euro 2024 e ora ha praticamente la qualificazione in tasca nel Gruppo D. Ha anche segnato un gol con un tiro secco e fulmineo che ha sorpreso Maignan, non un portiere qualunque. Ma la presenza del compagno Dumfries davanti alla porta, giudicata attiva e non passiva, ha indotto l’arbitro Taylor ad annullarlo. Mancavano 20’ alla fine e chissà come sarebbe andata a finire se il difensore interista avesse fatto solo un un paio di passi indietro o laterali al momento della staffilata scoccata da Xavi Simons, classe 2003, grandissimo talento arancione. Fantasista nato ad Amsterdam (di nonno paterno surinamese) che sin da bimbo “miracol mostrava” su ogni campo. Tutti impressionati da quell’irresistibile “baby”: per la sua fluente capigliatura “tubolare” con ampie “mèches” bionde e al tempo stesso, naturalmente, per le sue finte stordenti, i dribbling irresistibili, i gol a raffica. Una sorta di “Cruijff rasta”. Un mostro di bravura. Un predestinato.

Obiettivo dello Untied

A soli 21 anni ha già giocato nel Barcellona (è cresciuto nella celeberrima accademia della “Masía”), nel Psg (scelto perché poteva allenarsi con il trio Messi-Mbappé-Neymar), nel Psv Eindhoven e, durante la stagione appena terminata, in prestito nelle file del Lipsia. Ora è rientrato a Parigi, anche se già c’è la coda di altre grandi d’Europa per accaparrasene le prestazioni. «Le voci sul Manchester United? Io no so nulla, a Parigi sto bene, ho un contratto fino al 2027», ha risposto in perfetto francese ai giornalisti transalpini che lo hanno avvicinato nella “mixed zone” dello stadio di Lipsia, quello in cui ha giocato quest’anno con il Red Bull. Del resto lui è un poliglotta: parla benissimo lo spagnolo, l’inglese e anche il catalano oltre naturalmente all’olandese. È stata sua mamma Peggy a fargli da maestra insistendo affinché imparasse molte lingue straniere.

Scoperto da Raiola

A scoprirlo prima degli altri agenti fu, sette anni fa, il compianto procuratore nocerino Carmine “Mino” Raiola, scomparso nel 2022. Simons aveva appena 14 anni. Ma già entrava dalla porta principale nella prestigiosa scuderia “One” (sede a Monte-Carlo) di cui facevano parte i vari Ibrahimovic, Haaland, Pogba, Donnarumma, Balotelli, De Ligt, Dumfries, De Vrij, Mkhitaryan, Gravenberch, Malen, Calafiori, ecc. Dopo la morte di Mino, Xavi Simons è stato gestito per un breve periodo dall’avvocatessa brasiliana Rafaela Pimenta, socia dell’agente campano. Dopodiché l’asso olandese s’è staccato dalla “One” per affidarsi al manager inglese Darren Dein, figlio di David, ex vicepresidente dell’Arsenal e della Football Association nonché ex presidente del G14.

Un nome presago

Suo padre Regillio, nato nel 1973, è stato un attaccante di club minori olandesi (Telstar, Fortuna Sittard, Nac Breda, Willem II, Ado L’Aia, Top Oss con un paio di esperienze nei nipponici del Kyoto Sanga e nel Türkiyemspor) e poi allenatore dal 2013 al 2017 nel settore giovanile dell’Ajax. Tanto appassionato di calcio da aver chiamato il suo primogenito (classe 1996) Faustino in onore del colombiano Asprilla e il secondogenito Xavi in onore dell’omonimo regista campione euromondiale con la Spagna e il Barcellona. Approdato a 7 anni nelle “infantili” del Barça dopo aver mosso i primi passi (dal 2008 al 2010) nella scuola calcio di un piccolo club a sud di Valencia, il Thader Alicante, Xavi Quentin Shay Simons ha inoltre un cugino che si chiama Saviola (dedicato da suo zio al “Pibito” argentino ex Barça e Real Madrid) che milita attualmente nell’Under 17 dell’AZ Alkmaar.

Quarto nel Golden Boy

Da sempre attivo e famoso sui social, all’età di 13 anni ha firmato un contratto di sponsorizzazione con la Nike. Dopo 6 anni di collaborazione, s’è accordato con l’Adidas. E dall’anno scorso si è legato alla Puma. A 15 anni aveva già un milione di “follower” su Instagram: oggi sono oltre 6 milioni. Al Barça ha cominciato come centrocampista, capitano-regista dell’Under 14. Battezzato immediatamente come un “prodigio”, è stato corteggiato a lungo dal Chelsea targato Abramovich. A dispetto della sua giovanissima età, vanta già nel proprio “palmarès” personale un titolo francese, una Coppa di Francia, una Supercoppa e una Coppa d’Olanda nonché una Supercoppa tedesca. Il suo valore attuale non è inferiore agli 80 milioni. L’anno scorso è giunto quarto nel Golden Boy, staccato di soli 6 punti dal fenomeno ispano-marocchino Lamine Yamal, terzo in classifica.

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