Olanda a ritmo Weghorst: l'attaccante giramondo, il metronomo del gol

In Nazionale ha realizzato un gol ogni 106 minuti. L’ultimo, decisivo, per battere la Polonia al debutto
Olanda a ritmo Weghorst: l'attaccante giramondo, il metronomo del gol© Getty Images

Per non diventare standardizzato, per non diventare una rassegna di maschere che pensano (forse) ma dicono (sicuramente) tutti le stesse cose, il calcio ha bisogno di un Wout Weghorst. E a quanto pare ne ha bisogno pure l’Olanda, a piccole dosi. Sette minuti più recupero domenica contro la Polonia, un gol decisivo; 42 minuti, supplementari compresi, ai Mondiali contro l’Argentina, due gol decisivi, uno dei quali su una punizione così geniale che non ci si stancherebbe mai di rivedere, che portarono ai rigori e all’acrimonia tra sfottò e contro-sfottò, col passaggio dei sudamericani. Come ha calcolato Rivista Undici, in Nazionale per lui 1.281 minuti e 12 gol (l’ultimo, decisivo, per battere la Polonia), un rapporto che giustificherebbe qualsiasi prezzo, se l’Olanda l’avesse dovuto acquistare. Weghorst, 32 anni il prossimo 7 agosto, per sua fortuna non dipende dalla frequenza realizzatrice in maglia arancio, ma dai club che lo hanno voluto, e sono stati tanti, quelli in grado di guardare oltre. Oltre la semplice constatazione che uno di 197 centimetri non poteva essere buono che nel gioco aereo: il che è vero, ma non dice tutto di Wout.

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Alle origini di Wout Weghorst

Una trafila complicata, in precedenza: due piccoli club, poi il Willem II che stava retrocedendo in seconda serie, e in cui non riuscì ad andare oltre la seconda squadra, poi, su consiglio del padre, il passaggio all’Emmen, così vicino a casa da poter fare avanti-indietro in giornata. Da lì, a colpi di un biennio alla volta, e sempre con maggior successo, il trasferimento nel 2018 al Wolfsburg, dove trovò i connazionali Paul Verhaegh, Jeffrey Bruma and Riechedly Bazoer. 118 presenze e 59 partite dopo, il Burnley, un po’ a sorpresa, e con poco successo: due gol in 20 partite e la retrocessione, seguita dal prestito al Besiktas. Qui però la faccenda si fece curiosa: dopo sei mesi si fece infatti vivo il Manchester United, che aveva lasciato andare Cristiano Ronaldo e aveva bisogno di rinforzi in attacco. Ma il Burnley non aveva la possibilità legale di chiudere in anticipo il prestito, per cui si giunse a un complicato accordo a tre in cui i turchi ottennero anche un bel risarcimento, con parte del quale presero il sostituto di Weghorst, una vecchia conoscenza come il camerunese Vincent Aboubakar, il cui posto al Al Nassr era stato preso da… Cristiano Ronaldo.

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Il passaggio dallo United all'Hoffenheim

Ten Hag non lo volle allo United per lanciargli il pallone e sperare in sponde: aveva visto le statistiche secondo le quali, nel Burnley, Weghorst era stato il migliore di tutta la Premier League nel numero di pressioni sui 90’. Poi, benissimo non è andata, ma Wout si è tolto lo sfizio, è stato spedito ancora in prestito all’Hoffenheim (sette gol in 28 partite) e l’anno prossimo, se nulla cambia, ripartirà con il Burnley in seconda divisione. In tutto questo, il coraggio: il rifiuto di vaccinarsi contro il Covid, che a dire di qualcuno gli costò il passaggio al West Ham, e la scelta di inviare via Whatsapp, a tarda sera, ai colleghi del Burnley consigli su una preparazione più professionale, lui che ad allenarsi andava anche nei giorni di riposo e poteva essere da esempio, la decisione di toccare, da giocatore del Manchester United, il cartello ‘This is Anfield’, di solito un tabù. Gli dissero che non si faceva, ma lui lo fece lo stesso.

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