Aggrappati a Donnarumma, San Gigio da Castellammare

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San Gigio da Castellammare ha soltanto 25 anni, eppure è come se nel calcio contasse già tre vite: la prima nel Milan, la seconda nel Psg, la terza in Nazionale. Nessuno al mondo sa chiudere la porta come la chiude lui, tant'è vero che alla grande Spagna c'è voluto un autogol per scardinargliela, dopo avere subito 52 azioni offensive delle scatenate Furie Rosse, 19 tiri contro e facendo 9 parate, quattro delle quali superbe.  Suo malgrado, Unai Simon è rimasto a guardarlo: gli azzurri non gli hanno fatto manco il solletico. Il primo a reagire allo choc iberico è stato proprio lui, Gianluigi Donnarumma, tetragono alla bufera abbattutasi sulla squadra, domani chiamata al giorno del giudizio, senza se e senza ma. Con la Croazia o si rialza la testa o la si abbassa e in questo caso sarebbero dolori assai.

La sicurezza

Eppure, conforta, rassicura, corrobora la forza calma del Gigante che, alla sua età, ha già incamerato più di un terzo delle presenze di Buffon (64 rispetto a 176),  il personale fenomeno di riferimento, del quale ricalca i guantoni. Una forza manifestata anche fuori campo. Dieci mesi fa, consentì a lui e ad Alessia, compagna della sua vita, di superare lo choc della rapina subita in casa, a Parigi, nella notte fra il 21 e il 22 luglio, quando quattro criminali, puntando le pistole alla testa, li fecero inginocchiare, li imbavagliarono e li legarono, prima di fare razzia. "La peggiore notte delle nostre vite", ha raccontato Gianluigi e non si stenta a crederlo, in queste ore in cui anche Roberto Baggio e i suoi cari si stanno riprendendo dalla terribile esperienza vissuta la sera del 20 giugno. San Gigio ha la pasta del capitano: "La Spagna ci ha fatto molto male. Ci ha ammazzato, ma adesso dobbiamo rialzarci, siamo l'Italia, siamo i campioni in carica,  siamo ancora in corsa, liberiamo le nostre energie positive". Nel frattempo, non si hanno notizie dei criticoni d'Oltralpe che, da quando l'ex Diavolo difende i pali del Psg, non sono mai contenti, brucano ogni ciuffo d'erba per metterlo in discussione, forse perché non è nato nell'Esagono, ma a Castellammare di Stabia, meraviglia campana, là dove il mare luccica e le terme sono fonte di benessere dai tempi dei Romani. San Gigio incassa, vola da un palo all'altro e Spalletti solo sa quanto, in questo momento, egli sia più prezioso di sempre. Storicamente, l'Italia dà il meglio di sé quando è messa con le spalle al muro; lo pensa anche Pagliuca, un altro Illustre del ramo, per il quale questa Nazionale è simile a quella del '94 e non soltanto perché dopo due partite ha tre punti, proprio come nel mondiale americano dove Gianluca fu pure espulso e squalificato per due giornate. Di certo, il punto di riferimento è San Gigio. Siamo talmente abituati a vederlo ai massimi  livelli, da scordarne la precocità del predestinato.

Teniamocelo stretto

Giova ricordarlo, in questi giorni di doverosa celebrazione dei bambini prodigio spagnoli, capintesta Lamine Yamal: l'indimenticabile Sinisa Mihajlovic lanciò Donnarumma in Serie A quando aveva a 16 anni e 8 mesi; Donnarumma era ancora minorenne quando debuttò prima nell'Under 21 (17 anni e 28 giorni), poi nella Nazionale A (17 anni e 189 giorni) e, non appena maggiorenne, esordì da titolare della maglia azzurra (18 anni e 31 giorni), essendo stato  anche il più giovane calciatore di sempre a raggiungere le 100 partite in Serie A (19 anni e 49 giorni) e il più giovane calciatore di sempre a  disputare 200 partite in Serie A (21 anni e 361 giorni). Ecco, bisogna dare i numeri per comprendere la grandezza di San Gigio, fuoriclasse assoluto. Teniamocelo stretto.

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