Pagina 2 | I giganti di Spalletti: l'Italia e i superpoteri dei suoi protagonisti

"Per i tifosi siamo come dei giganti" - ha spiegato Spalletti in conferenza stampa, caricando l'Italia verso l'esordio all'Europeo contro l'Albania. E la mente dei più fantasiosi viaggia direttamente all'isola di Paradise e agli eldiani o a Marley, provando magari ad immaginarla in Germania. Di cosa stiamo parlando? Di Attack on Titan, un manga (anche anime) di genere dark fantasy postapocalittico scritto e disegnato da Hajime Isayama. Tranquilli, non ci andremo a perdere nella complicata e tortuosa trama. Ma tra gli azzurri chi ha il potere dei mutaforma?

Spalletti, il Gigante progenitore

I giganti mutaforma hanno abilità e peculiarità uniche nell'anime. A differenza di quelli puri, vengono controllati dall’eldiano che vi risiede e hanno caratteristiche particolari. E a Spalletti non può che andare il Gigante progenitore, Eren ci perdonerà con il benestare anche di Ymir Fritz, la prima ad avere il suo potere. Quest'ultimo ha il controllo degli altri giganti puri e può anche crearli dal nulla. E il ct allo stesso modo può manipolare in campo i propri giocatori. Le sue abilità però si manifestano solo se nelle vene dell'"umano" scorre sangue reale e l'ex allenatore di Roma e Inter al momento siede sul trono.

Scamacca, il Gigante d'attacco

Forse questa è una chiamata scontata, ma non può che essere così. Chi se non Scamacca può vestire i panni del Gigante d'attacco? Possiede un corpo tonico e muscoloso e padroneggia le tecniche per il combattimento corpo a corpo. Un po' quello che dovrà fare la punta dell'Atalanta con i difensori avversari. Ha anche la capacità di vedere i ricordi dei portatori che gli succederanno, così da poter modificare passato e futuro. E speriamo che in quello dell'attaccante ci sia un trofeo da alzare a metà luglio. 

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Jorginho/Fagioli, il Gigante martello

Questo gigante ha il potere della creazione. Gli oggetti che produce sono fatti di un materiale quasi infrangibile simile al cristallo. E tutto questo calza a pennello con la mente del centrocampo dell'Italia, un po' Jorginho e un po' Fagioli, in base alle scelte che farà il ct. Nell'anime la sua trasformazione parte dalle gambe perché l’essere umano al suo interno non risiede nella nuca, ma in un guscio collegato. Manipola tutto a distanza, proprio come un classico play.

Chiesa, il Gigante mascella

Il Gigante Mascella è il più abile e veloce di tutti, proprio come Chiesa, il giocatore più rapido e imprevedibile nella formazione azzurra. Ha dei denti affilati e resistenti e il giocatore della Juventus nell'ultimo Europeo è stato spesso in grado di "mangiarsi" gli avversari. Farà lo stesso anche ora in Germania?

Donnarumma, il Gigante colossale

Il portiere del Psg è mastodontico e da vicino la sua altezza sembra non finire mai. Spesso intimorisce gli avversari ed è in grado di coprire tanti spazi per evitare che gli si faccia gol. Proprio come il Gigante colossale (alto 60 metri) ha una grandissima stazza. Certo, non può usare anche lui il vapore che genera il suo corpo come arma di difesa, ma basta lo sguardo per far capire alle punte avversarie che non si passa.

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Buongiorno/Bastoni, il Gigante corazzato

Per uscire indenni dal girone di ferro in cui è l'Italia serve la corazza del gigante di Reiner. Buongiorno, Bastoni e anche gli altri difensori avranno il compito di disinnescare le offensive dei rivali e cercare di proteggere la porta difesa anche da Donnarumma. Di solito il suo potere viene impiegato per abbattere i muri, ma ribaltiamo la storia. All'Italia serve per proteggersi.

Dimarco, il Gigante femmina

Dimarco ci perdonerà, non vogliamo cambiargli sesso, ma le sue caratteristiche si addicono al potere di questo gigante. Oltre a essere molto veloce e abile in combattimenti ravvicinati, ha altre grandi capacità: è versatile, riesce ad indurire la propria pelle e può urlare e attirare verso di sé altri giganti. Un po' quello che dovrà fare il giocatore dell'Inter sulla fascia: vincere i duelli, indurre in errore i rivali e portare i suoi compagni si squadra verso una meta, la porta avversaria.

Barella, il Gigante carro

Il Gigante carro è il più piccolo dei nove, ma è dotato di una grande resistenza, proprio come Barella. Ha il potere di rimanere trasformato per lunghi periodi, un'instancabile. Nell'anime è munito di cannoni e allo stesso modo il centrocampista dell'Inter ha un'altra arma, il pallone. Quando passa per i suoi piedi può fare male alle difese avversarie.

I tifosi, il Gigante bestia

Ricopre il ruolo di comandante dell’unità guerrieri di Marley ed è il primo che ci mostra di saper parlare nella sua forma da gigante. Con il suo grido può trasformare le persone in giganti puri che gli obbediscono, un po' come i tifosi quando incitano i giocatori in campo. Ha poi anche doti da grande stratega e si sa che in Italia siamo 60milioni di allenatori.

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Jorginho/Fagioli, il Gigante martello

Questo gigante ha il potere della creazione. Gli oggetti che produce sono fatti di un materiale quasi infrangibile simile al cristallo. E tutto questo calza a pennello con la mente del centrocampo dell'Italia, un po' Jorginho e un po' Fagioli, in base alle scelte che farà il ct. Nell'anime la sua trasformazione parte dalle gambe perché l’essere umano al suo interno non risiede nella nuca, ma in un guscio collegato. Manipola tutto a distanza, proprio come un classico play.

Chiesa, il Gigante mascella

Il Gigante Mascella è il più abile e veloce di tutti, proprio come Chiesa, il giocatore più rapido e imprevedibile nella formazione azzurra. Ha dei denti affilati e resistenti e il giocatore della Juventus nell'ultimo Europeo è stato spesso in grado di "mangiarsi" gli avversari. Farà lo stesso anche ora in Germania?

Donnarumma, il Gigante colossale

Il portiere del Psg è mastodontico e da vicino la sua altezza sembra non finire mai. Spesso intimorisce gli avversari ed è in grado di coprire tanti spazi per evitare che gli si faccia gol. Proprio come il Gigante colossale (alto 60 metri) ha una grandissima stazza. Certo, non può usare anche lui il vapore che genera il suo corpo come arma di difesa, ma basta lo sguardo per far capire alle punte avversarie che non si passa.

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