"Per battere l’Italia copia Ancelotti e metti Modric solo nel finale"

L’ex portiere Ivkovic, leggenda dello Sporting, avvisa il ct della Croazia: "Ispirati al maestro italiano"

Nella quiete del ritiro sul Lago di Neuruppin, meno di tre ore da Lipsia, il ct croato Zlatko Dalic passeggia nervosamente come fa il suo collega-rivale Spalletti – davanti alla panchina dell’Italia – durante le partite. Sembra un po’ il principe Amleto assillato dal fatidico dubbio esistenziale, in chiave calcistica beninteso. “Cambiare o non cambiare”, questo è il problema. C’è l’Italia da battere a tutti i costi lunedì alla Red Bull Arena per ghermire con gli “artigli” la qualificazione agli ottavi di finale. Un’Italia irriconoscibile vista contro la Spagna. E allora è giusto confermare il trio di glorie “centenarie” Modric, Perisic e Brozovic (104 anni sommando le loro età) oppure voltar pagina inserendo le scalpitanti forze fresche invocate a gran voce dai media e dai tifosi? La scelta non sarà per nulla agevole. Se le cose dovessero andar male, la critica si scatenerebbe: sia in caso di conferma delle leggende chilometrate e appesantite dalle “primavere” sia se la formazione di partenza fosse imbottita di giovani virgulti ancora carenti però sotto il piano dell’esperienza.

Croazia, le scelte di Dalic

Qualunque cosa faccia, qualcuno si risentirà con lui: questo è un dato di fatto incontrovertibile. Alla fine opterà probabilmente per un compromesso. Una decisione salomonica, chissà. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Un po’ di “vecchi” e un po’ di “fanciulli” di belle speranze per creare il “mix” giusto. I colloqui con i “leader” dello spogliatoio sono cominciati. Conversazioni aperte, oneste, corrette, sincere, ma anche difficili. Complicate. Il 57enne tecnico nato in Bosnia ha il massimo rispetto dei suoi veterani, i cardini biancorossi che hanno conquistato la medaglia di bronzo due anni fa ai Mondiali in Qatar e precedentemente quella d’argento ai Mondiali in Russia. Risultati pazzeschi per una nazione che sfiora appena i 4 milioni di abitanti. Ma non può far finta di scordarsi, anche per soli 90’, l’inesorabilità del tempo che scorre. E soprattutto non può chiudere un occhio, se non entrambi, sullo “status” di chi non è in forma adeguata. Logico sarebbe dare più spazio (in tutti i reparti cominciando dal settore nevralgico del centrocampo) ai vari Baturina, Ivanusec, Sucic, Pasalic ma anche all’ex bianconero e granata Pjaca, a Sosa, a Erlic. Tanto per citare i nomi più gettonati dai giornalisti, dai “pundit” e dagli appassionati di calcio. Ovvio che non potrà cambiarne 6 o 7 in un sol colpo, ma certo qualcosa dovrà fare. Anche considerando i 5 gol subiti nelle prime due gare fra Spagna e Albania e soprattutto alla luce delle (moltissime) pecche evidenziate dagli azzurri nell’ultima inquietante partita a Gelsenkirchen. Sconfitta tremenda per gli azzurri che ha riportato un po’ di pace e fiducia nel ritiro croato.

Dalic, scelte non emotive

La cosa più importante è che le scelte del ct siano professionalmente razionali e coerenti, non emotive, e che a qualcuno piacciano. Fondamentale conoscere il corretto atteggiamento di chi realisticamente può e chi non può, cioè cosa è oggettivamente possibile fare contro l’Italia e, infine, come si possono cambiare le dinamiche competitive negative di questo infuocato Euro 2024. Poi, una volta decisa la formazione titolare, non ci saranno più calcoli da effettuare. La Nazionale con la maglia a scacchi biancorossa dovrà solo concentrarsi a guadagnare i tre i punti, altrimenti rientrerà a Zagabria molto prima di quanto sperasse. Intanto esperti, allenatori ed ex giocatori si stanno scatenando a suggerire la formazione al ct nativo di Livno il cui contratto è stato rinnovato dal presidente federale Marijan Kustic (fiumano, influente politico del partito HDZ) fino al 31 luglio 2026.

Le parole di Ivkovic e Carevic

L’ex portiere Tomislav Ivkovic, leggenda dello Sporting Lisbona, l’uomo entrato nella storia per aver parato due rigori a Maradona (uno anche con la maglia della Nazionale ex jugoslava) ha tirato in ballo nientemeno che Carlo Ancelotti: «Dalic deve imparare e ispirarsi al maestro italiano, di nuovo campione d’Europa con il Real Madrid, per gestire al meglio il nostro “monumento” Luka Modric. Cioè inserirlo nell’ultima mezzora di gioco quando l’ex Pallone d’Oro può ancora marcare la differenza con la sua immensa classe». Dal canto suo Mario Carevic, tecnico del Sebenico, ex centrocampista dello Stoccarda, stronca la squadra di Spalletti: «L’Italia contro la Spagna ha giocato molto peggio di noi. Gli azzurri hanno fatto una pessima figura. È stata una sorpresa clamorosa. Non riuscivano a fare due passaggi giusti, travolti dal pressing iberico. Senza Donnarumma chissà come sarebbe finita... Ora noi siamo siamo tornati fiduciosi di batterli ed entrare negli ottavi».

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