Yamal e Kroos, il ‘bambino’ e il ‘vecchio’ vanno incontro alla storia

Lamine è il simbolo delle Furie Rosse, che hanno nove under 25, mentre l’organico di Nagelsmann conta undici over 30, capitanati da Toni

Parlare di finale anticipata è, probabilmente, azzardato. Soprattutto in un torneo come l'Europeo, dove i pronostici di solito si rivelano carta straccia e i ribaltoni sono all'ordine del giorno. Tuttavia, la sfida di venerdì prossimo a Stoccarda metterà di fronte le due squadre che, sinora, hanno dato la sensazione di maggiore consistenza e solidità. Una volta si sarebbe detto esperienza. Oggi no. Quantomeno non nel caso spagnolo. E già, perché per quanto riguarda la Roja, non si può proprio dire che l'X Factor, il segreto del successo, sia l'abitudine dei propri campioni a giocare partite così importanti. Sicuramente più esperti e navigati i tedeschi che, però, sia contro la Svizzera che di fronte alla Danimarca, sono andati enormemente in difficoltà, a differenza della nazionale spagnola che, anche quando si è ritrovata sotto di un gol contro la Georgia, ha sempre dato la sensazione di avere costantemente sotto controllo la situazione. Negli ultimi due lustri, la scuola spagnola e quella tedesca si sono avvicinate tanto. L'avventura di Pep Guardiola sulla panchina del Bayern Monaco è servita per esportare anche in Germania la predilezione catalana per il possesso palla che, non solo non si è rivelata controproducente al gegenpressing, bensì ne è diventato il complemento perfetto, come ha dimostrato il Bayern pigliatutto di Hansi Flick. Allo stesso modo, negli ultimi mesi, Luis De la Fuente ha variato lo spartito della propria nazionale, rinunciando in parte al possesso perché si è reso conto che la sua squadra sarebbe stata più pericolosa se si fosse dotata di una buona dose di verticalità.

Spagna-Germania, curiosità e statistiche

Yamal e Kroos, Spagna-Germania è storia

E così, la differenza più evidente tra le due principali candidate al titolo di campione d’Europa ha poco a che vedere, nonostante le diverse sfumature tattiche, con la lavagna e molto con la carta d’identità degli interpreti ai quali i due ct hanno consegnato le sorti della propria nazionale. Alla Spagna dei giovanissimi Lamine Yamal (16 anni) e Nico Williams (21) si contrapporrà, infatti, la Germania di Toni Kroos (34 anni) e capitan Ilkay Gundogan (33) che, per dirla tutta, non sono nemmeno i più vecchietti della propria squadra considerati i 38 anni di Manuel Neuer. Da una parte, la scommessa di De la Fuente (che ha convocato ben 9 under 25) sull’estro di uno sfacciato sedicenne che ha disputato soltanto 12 gare in nazionale e che ciononostante, proprio come sta facendo con il Barça, sta battendo tutti i record di precocità del calcio europeo. Dall’altra, la consapevolezza di Nagelsmann che ha capito che, per esaltare le qualità del proprio crack ventunenne (Jamal Musiala), aveva un disperato bisogno che Kroos riprendesse in mano le redini della Mannschaft. Incarico che il regista tedesco (uno degli undici over 30 della Germania) - che l’anno scorso aveva annunciato il proprio addio alla nazionale e poche settimane fa quello al Real Madrid - ha accettato di buon grado tornando sui propri passi per disputare e vincere l’Europeo di casa, l’unico titolo importante che manca alla sua splendida collezione (34). Il suo principale problema è che Lamine - uno che di trofei ne ha vinto soltanto uno (la Liga dell’anno scorso con il Barça) - ha tutta l’intenzione di mandarlo in pensione anticipata già venerdì prossimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...