TORINO - E guarda un po’, sempre lì si torna: a quel “fino alla fine” motto bianconero (o comunque bianconerizzato) di cui Giorgio Chiellini s’è fatto emanazione concreta. Fino alla fine sprona a giocare i compagni, alla Juventus. Fino alla fine stuzzica a spremersi i colleghi - assai meno esperti - in azzurro. Fino alla fine si spreme lui stesso dando un esempio che più esempio non si può, con quel salvataggio in scivolata al 92’ di Turchia-Italia che ha esaltato milioni di persone, a partire da un Vialli in versione gorilla a scopo istintivamente e genuinamente celebrativo. Fino alla fine, insomma, “il Chiello” è deciso a fare la sua parte. Anche se occorre ancora capire, una volta per tutte, cosa “ontologicamente” (sì, insomma, nel suo significato più intimo e reale...) si intenda per fino alla fine considerando che a quanto pare di una specie di highlander stiamo parlando.
Chiellini, il contratto
Il contratto del capitano con la Juventus è ormai praticamente scaduto e nessuno si è ancora esposto ufficialmente né in un senso (arrivederci a prestissimo, in altre vesti) nemmanco in un altro (avanti così: si prolunga). Pareva originariamente che le strade dovessero dividersi. «La Juventus è la mia famiglia, ma io ho 37 anni ed è normale che una società possa voler puntare su giocatori più giovani. Se non dovessi rinnovare con la Juve mi prenderò un periodo per pensare. Cosa farei dopo nel caso accadesse? Per ora non ho neanche preso in considerazione l’idea. Potrei valutare qualche esperienza di vita, ma sicuramente non in Italia. Per ora, sono felice di essere tornato ai miei livelli e di aver contribuito a salvare una situazione complicata», aveva spiegato il difensore dopo la rocambolesca conquista del quarto posto in classifica - ergo della qualificazione alla prossima Champions League - ai danni del Napoli.