Altro che Argentina o Brasile: è Colombia-Uruguay la sfida più attesa della Coppa America

Il calcio migliore della manifestazione, simboli eterni, rispetto e considerazione: ecco cosa ci aspetta per la sfida che vale la finale
Altro che Argentina o Brasile: è Colombia-Uruguay la sfida più attesa della Coppa America© EPA

È la sfida più attesa di questa Copa America, forse anche più di un possibile confronto tra Argentina e Brasile. Perché Colombia e Uruguay hanno giocato il calcio più virtuoso e armonioso di questa edizione, facendo leva su una spensieratezza unica e anche su un entusiasmo sovrastante a tutti i livelli. E con due commissari tecnici argentini a guidarle, a riprova del fatto che il paese dei gauchos produce una quantità gigantesca di allenatori capaci di infondere in modo concreto il loro credo. E nella contesa di stanotte in programma a Charlotte, saranno pronti a salutarvi in modo effusivo, con il tipico bacio che contraddistingue gli argentini, prima di dare inizio alle ostilità. Entrambi si sono lanciati vari elogi nel prepartita, qualcosa che va al di là dell'ammirazione e del rispetto dovuto alle origini in comune.

Le parole dei due ct

Il commissario tecnico dei Cafeteros, consapevole di essere di fronte all'opportunità di fare la storia, ha prima anticipato: "Stiamo scrivendo una pagina breve della storia del calcio colombiano. La nostra squadra ha coraggio, ed è qualcosa di molto importante". Poi, riguardo al suo connazionale, le sue parole sono state le seguenti: "Bielsa è un grande allenatore, e ovunque ha allenato ha dettato uno stile". L'allenatore dell'Uruguay, invece, ha fatto capire che Lorenzo ha assunto un ruolo molto centrale nel miglioramento dei calciatori colombiani in quest'ultimo periodo: "I giocatori colombiani si sono trasformati perché giocano quasi tutti nei migliori campionati del mondo e gareggiano con naturalezza". Secondo il preparatore rosarino, poi, l'apporto del suo conterraneo è stato relativo alla cultura del lavoro: "Alla freschezza e al calcio creativo che ha sempre contraddistinto la Colombia, Lorenzo è riuscito ad aggiungere ciò che è essenziale per sopravvivere". Un riferimento diretto alla concretezza della squadra cafetera, che oltre ad avere piacere di giocare ha capito anche come soffrire e tenere botta nei momenti difficili. Qualcosa di evidente nel pareggio contro il Brasile che è stato poi necessario per ottenere il primo posto nel girone.

I trascinatori delle due nazionali

I trascinatori morali di questi due gruppi, tuttavia, sono due calciatori esperti che vivono fasi diverse della loro carriera, ma che sono entrambi nella parabola discendente della stessa. Per la Colombia il leader tecnico e il faro del gioco è James Rodriguez, che all'alba dei 33 anni sta ottenendo delle performance impensabili con la sua nazionale dopo un pericolo di netto declino per quanto riguarda i club. Per l'Uruguay, invece, il comandante in pectore, seppur non propriamente dal campo, è quel Luis Suarez che assistette impotente alla sconfitta per 2-0 agli ottavi dei Mondiali 2014 dopo la squalifica per il morso a Giorgio Chiellini nell'ultimo match della fase a gironi, fatale agli azzurri. Portato da Bielsa al torneo continentale per dare alla squadra quel qualcosa in più dal punto di vista psicologico, ha giocato appena otto minuti, eppure dalla panchina è il sostegno morale di tutti. Primo tifoso di Darwin Nuñez, che gli ha rubato il posto da centravanti e rappresenta la grande speranza del popolo charrúa per fare la storia nei prossimi anni, il Pistolero ha saputo dare un intelligente passo indietro per la squadra. I due, al contrario degli allenatori, non si saluteranno a inizio partita per scambiarsi il gagliardetto e decidere chi darà il calcio d'inizio, ma saranno comunque tra i più cercati dalle telecamere per la loro storia pregressa.

James-Valverde, sfida tra capitani

A contendere a James il primo possesso del match ci sarà invece Federico Valverde, capitano ufficiale di questa Celeste che gioca nel Real Madrid, il club dove lo stesso Rodriguez fu felice per un periodo prima di sgonfiarsi per una questione mentale. In blanco, la forza psicologica dell'uruguayano gli ha permesso di essere titolare indiscusso, uno status che il colombiano non è riuscito ad avere se non per un annetto. Oggi, però, queste tendenze non conteranno. A parlare ci sarà solo il campo, giudice ultimo di una semifinale incandescente tra le due realtà più divertenti del momento dell' America, del Sud, del pallone.

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