L’Argentina e lo stadio degli incubi

Messi guida l’Albiceleste contro il Canada: al MetLife nel 2016 il ko nella finale
L’Argentina e lo stadio degli incubi© EPA

Arrivata negli Stati Uniti coi favori del pronostico, l'Argentina campione in carica della Copa America non ha ancora totalmente convinto. Come si è visto contro l'Ecuador, sul quale ha prevalso solo grazie all'estro e all'istinto di Emiliano Martinez come portiere para rigori, l'Albiceleste affronta il Canada in un'inaspettata semifinale che ha i connotati della trappola. Perché i nordamericani arrivano a fari spenti, senza aver mai davvero illuminato la scena, ma sono in fiducia dopo aver raggiunto il risultato più importante della loro storia, ossia quello di essere tra le prime quattro squadre del continente. Al MetLife Stadium di New Jersey, dove la Selección perse ai rigori la finale del 2016 contro il Cile, Lionel Messi vorrà spazzare via gli infami fantasmi del passato.
E lo stesso avrà intenzione di fare Angel Di Maria, anch'egli presente in quella disgraziata notte statunitense dopo la quale l'intera Argentina tremò per le dichiarazioni a caldo del capitano, che minacciò di non tornare più a vestire il biancoceleste argentino. I due rosarini, che giocheranno come esterni d'attacco dal primo minuto, non intendono concludere stanotte la loro avventura con la Selección, e nonostante lo stesso Messi arrivi acciaccato e non in formissima, saranno pronti a dar battaglia con le loro migliori armi, quei sinistri dotati di una precisione e una sensibilità unica. In mezzo a loro, Lionel Scaloni dovrebbe schierare dal primo minuto Julian Alvarez, che in caso di titolarità sarebbe preferito a Lautaro Martinez, miglior marcatore della competizione fino a questo momento. Una scelta tattica o forse anche scaramantica, visto che con l'attaccante del Manchester City in punta Scaloni ci ha vinto un Mondiale in Qatar. Il capitano dell'Inter, dunque, potrebbe subentrare a partita in corso, proprio come nella finale di Lusail del 18 dicembre 2022, quando partecipò al terzo gol.

Qui Canada

È anche vero, però, che l’Albiceleste ha tutto da perdere visto il potenziale di un Canada che, Jonathan David e Alphonso Davies a parte, non conta su grandi individualità. E il tecnico Jesse Marsch, con un’esperienza recente in Europa, non si è nascosto al momento di analizzare lo scontro, ricordando il recente precedente del match di debutto della fase a gironi che ha visto la vittoria per 2-0 della Selección. In conferenza stampa, il commissario tecnico del Canada ha dichiarato: «Sappiamo quanto è forte l’Argentina perché abbiamo già giocato contro di loro. Ma in certi momenti abbiamo mostrato buone cose anche affrontandoli. Ho detto ai miei giocatori che probabilmente dovremo fare una partita perfetta e forse anche questo potrebbe non bastare».
Un’analisi corretta e anche umile di un tecnico che ha già fatto la storia e stanotte potrebbe scrivere la leggenda in caso di clamorosa vittoria contro i campioni del mondo. Dopo aver festeggiato il passaggio alla semifinale contro il Venezuela, Marsch ha serrato le fila e fatto capire ai suoi uomini che aver già affrontato l’Argentina permette loro di partire da una certa base: «Aver giocato contro di loro ci consente di sapere qualcosa sul loro gioco. Non scopriamo certo oggi il valore di Messi, ma di certo non abbiamo paura. Loro hanno perso solo due volte negli ultimi cinque anni, ma crediamo di avere una possibilità e ci proveremo». Del resto, se c’è una casistica nefasta come quella dello stadio della maledetta finale del 2016, ci si può afferrare anche a questa contro la più superstiziosa nazionale del mondo, quella argentina.

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