La Copa America volano del calcio a stelle e strisce: cosa aspettarci

L’edizione numero 48 del trofeo continentale, che inizia stanotte negli Stati Uniti, fa da apripista al Mondiale per club e a United 2026
La Copa America volano del calcio a stelle e strisce: cosa aspettarci© EPA

Stanotte, alle 2 ora italiana, prende il via la Copa America numero 48, la seconda organizzata dagli Stati Uniti dopo quella del 2016. Una Copa America sempre più continentale anche se organizzata dalla CONMEBOL, con la presenza di Canada, Messico, Stati Uniti – i tre Paesi organizzatori del Mondiale del 2026 –, Giamaica, Panama e Costa Rica, appartenenti alla CONCACAF. La partita inaugurale vedrà l’esordio dell’Argentina di Messi contro il Canada delle giovani promesse, che sfrutterà questo torneo per prepararsi a quello iridato. Ma mentre si parla della sfida a distanza tra il campione argentino e Cristiano Ronaldo, che potrebbero ‘rivedersi’ proprio al Mondiale, c’è un aspetto, geopoliticosportivo, che probabilmente sfugge ai più. Nel 2023 gli Stati Uniti, insieme con il Canada, hanno ospitato la Concacaf Gold Cup, adesso la Messi "gioca in casa"">Copa America, nel 2025 ospiteranno il Mondiale per club della Fifa e poi United 2026. Per più di tre mesi nei prossimi ventiquattro saranno il fulcro planetario del calcio, grazie a organizzazione, strutture, equilibrio competitivo e potenziale economico. Con tutto quello che queste manifestazioni si portano e porteranno dietro, tra visibilità, turismo, sponsorizzazioni, marketing e merchandising. 

La guerra del football 2.0

Un combinato disposto che potrebbe lasciare un’impronta definitiva sul pubblico statunitense, il quale in questi anni di MLS è cresciuto guardando le proprie squadre competere per vincere la Concacaf Champions League, conquistata dai Seattle Sounders nel 2022. Secondo alcuni analisti, Gianni Infantino starebbe utilizzando Arabia Saudita da una parte e Stati Uniti dall’altra per mettere nell’angolo UEFA e CONMEBOL, le due confederazioni che per decenni hanno governato il football; la declinazione di questo dissidio è il Mondiale 2030, quello del centenario, che si giocherà in tre continenti diversi con sei Paesi coinvolti, uno di quei compromessi che farà male solamente al gioco. E mentre nel Golfo qualcosa inizia a scricchiolare, fra tardiva assegnazione della Coppa del Mondo ai sauditi e ribellioni ai diktat contrattuali delle supercoppe, con la Turchia a fare da apripista, gli USA hanno scalato posizioni. Lo ha scritto e ben raccontato il collega Marco Bellinazzo nel libro Le nuove guerre del calcio: «Sono stati loro (gli USA, ndr) a defenestrare Blatter dalla guida della Fifa attraverso un’inchiesta dell’FBI e sono loro che hanno ottenuto il primo Mondiale post Blatter a 48 squadre», dopo le discusse e discutibili assegnazioni di Russia 2018 e Qatar 2022

Il soccer guadagna posizioni

Secondo un sondaggio del Washington Post, il soccer è lo sport preferito dall’8% della popolazione americana. Un dato che, seppur minoritario, dimostra come, negli ultimi vent’anni, il Paese a stelle e strisce abbia visto un progresso importante del movimento, seguendo un percorso completamente diverso rispetto a tutti gli altri Paesi, cioè vedendo esplodere prima il fenomeno del calcio femminile e poi quello maschile. Il tutto non solo grazie all’arrivo di stelle dall’Europa – in estrema sintesi, da Cruijff a Messi, passando per Beckham – ma grazie pure alla nascita di una struttura che sta replicando i successi delle altre leghe professionistiche; nella quale, però, si sta mettendo in discussione il sistema del soccer college maschile. La tassa di iscrizione al campionato è la cartina tornasole della crescita, in prima battuta economica, della MLS, il campionato di calcio statunitense: passata dai 5 milioni di dollari dei Chicago Fire nel 1998, ai 20 dei San Jose Earthquakes nel 2008, ai 110 del Los Angeles FC nel 2018, fino ai 325 del Charlotte FC l’anno scorso. L’unica eccezione è stata l’Inter Miami CF di David Beckham, che è entrato nel 2020 con 25 milioni, condizione vantaggiosa che l’ex calciatore della nazionale inglese aveva fatto inserire nell’ultimo contratto con il Los Angeles Galaxy. In questo stesso periodo sono cresciute, all’ombra di quelle russe, cinesi e dei Paesi del Golfo, pure le acquisizioni di squadre europee da parte di proprietà statunitensi: solo in Inghilterra più di un terzo dei 92 club professionistici è in mano agli americani, per non parlare del calcio italiano. Una strategia economica e sportiva di lungo periodo. 

MLS calcio del futuro?

Mentre Don Garber, commissioner della MLS, è preoccupato che gli Stati Uniti diventino un bancomat per il football europeo, che si prende i giovani migliori a poco e manda le vecchie stelle a riscuotere lauti stipendi. Ma il sistema delle franchigie, senza promozioni e retrocessioni, e delle severe regole economiche e finanziarie rende il campionato di calcio americano economicamente molto solido; una struttura non replicabile altrove. Basterà per competere a livello internazionale? Difficile dirlo e, magari, dopo il Mondiale del 2026 avremo qualche dato e qualche certezza in più su dove sta andando il calcio, sia quello a stelle e strisce sia inteso come fenomeno globale. Un piano inclinato sul quale si combattono battaglie geopolitiche a dimostrazione che il football, in quanto fenomeno sociale, economico e politico, non è e non è mai stato neutrale.

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