Carlo Ancelotti, nel corso di una lunga intervista a Uefa.com, a due giorni dalla finale di Champions League contro il Borussia Dortmund, ha dichiarato: "La caratteristica principale che il Real ha dimostrato quest'anno è l'atteggiamento coeso, così come la concentrazione e il lavoro di squadra. Nonostante qualche difficoltà iniziale, è stata un'ottima stagione e l'affiatamento e la professionalità del gruppo ci hanno permesso di superare tutte le sfide. C'è un equilibrio tra i giocatori più anziani che danno l'esempio e quelli più giovani con la loro altissima qualità. Ciò ha consentito al nostro Club di superare questa fase di transizione nella quale ci troviamo ancora", ha aggiunto.
Ancelotti sui senatori del Real Madrid
"Nacho è davvero cresciuto qui. È arrivato dalle giovanili, quindi ha vissuto quell'epoca. Non è sempre stato un giocatore titolare, ma ogni anno ha saputo ritagliarsi un po' di più la sua identità fino a diventarne il capitano. È un grande esempio di concentrazione e professionalità. Kroos rimane una forza, proprio come Modric. Sono ancora giocatori fondamentali per la squadra, anche se da quando sono entrati i giovani forse adesso contiamo un po' meno su di loro. Adesso conta più la qualità che la quantità, ed entrambi hanno avuto un'ottima stagione". Sulla finale di sabato sera, il tecnico italiano ha aggiunto: "In primo luogo, hanno meritato di arrivare in finale perché hanno fatto delle ottime prestazioni nei turni precedenti, battendo squadre molto forti come l'Atlético Madrid e il Paris. Sono una squadra molto solida e affiatata, con grandi giocatori. La loro prestazione difensiva contro il Paris mi ha sorpreso".
Il rapporto con la Champions League
"Noi siamo davvero felici di giocare l'ennesima finale. Il nervisismo arriverà, ma puntiamo a farlo arrivare il più tardi possibile. Dobbiamo cogliere questo momento, questa grande partita, la più bella dell'anno, e anche la più bella da vivere", ha dichiarato. Ancelotti ha poi parlato del suo legame speciale con la Champions League: "Ho provato le emozioni più grandi in questa competizione così come le mie più grandi emozioni negative. Non posso dimenticare la finale che abbiamo perso contro il Liverpool quando ero alla Roma, né l'altra finale che abbiamo perso contro il Liverpool nel 2005. Ma ci sono anche tanti ricordi positivi. Sicuramente prevale la passione, ed è questo che mi fa andare avanti". Infine sulla sua evoluzione da allenatore, il tecnico ha concluso così: "È molto importante continuare a imparare perché la vita cambia e il calcio cambia, ed è fondamentale mantenersi aggiornati. Molto importante è anche il rapporto con i colleghi e lo scambio di idee con loro. Se proponessi quello che facevo 20 anni fa da allenatore tutti mi prenderebbero per scemo perché cambiano le cose, cambiano i metodi e gli allenamenti, quindi bisogna stare al passo con i tempi".