PARIGI - «Da due anni ricevo critiche e fanno male per quello che ho dato al Milan in tutti questi anni, fino all'ultimo giorno», ha detto Gianluigi Donnarumma in conferenza stampa. Chi non vuole credere né a lui, né alla ricostruzione fatta (con dovizie di particolari) da Enzo Raiola sulla riunione con Maldini e Massara che ha portato allo strappo, magari confiderà che almeno Stefano Pioli abbia detto la verità: «Gigio l'ho visto a Milanello con la Nazionale, l'ho abbracciato e ogni tanto ci messaggiamo. Con noi ha dato il massimo fino all'ultimo giorno».
Non è un Lukaku
Parole dolci, non di un allenatore che si è sentito tradito. Dichiarazioni diametralmente opposte di quelle interiste su Romelu Lukaku. Posto che nel calcio e nella vita ciascuno fa come crede e poi è responsabile delle proprie scelte (da qui il fatto di non creare “mostri” per partito preso), risulta difficile pensare che chi ha vissuto con Donnarumma a Milanello abbia visto come uno schiaffo il modo in cui è finita la vicenda. Nessuno tranne chi, puntualmente, gli riversa addosso fischi e cori insultanti. Questo nonostante Donnarumma, oltre a essere stato un professionista impeccabile (Pioli dixit) sia stato architrave del trionfo italiano a Wembley. Perché se la Nazionale guidata da Roberto Mancini ha vinto l’Europeo, è grazie a un super numero 1 come lo erano stati Dino Zoff a Spagna ‘82 e Gigi Buffon a Germania 2006.
E ha solo 24 anni...
Un fuoriclasse nel ruolo che - tanto per fare le proporzioni sulla sua grandezza - ha ancora 24 anni, tre in meno rispetto a Guglielmo Vicario che molti vorrebbero come suo... erede. Così si capisce perché Luciano Spalletti, nonostante l’errore con la Macedonia del Nord (tutti i portieri sbagliano, per Donnarumma vale di più, però...) non abbia minimamente pensato di ribaltare gerarchie in porta e con l’Ucraina - nonostante i tanti fischi presi - Gigio è stato decisivo. Il 7 novembre un San Siro pieno come una bomboniera attende il ritorno di Donnarumma per la prima volta a casa, ma da avversario del Milan e la speranza è che finalmente si possa iniziare a vedere la vicenda in un altro modo, come detto pure da Enzo Raiola a Tuttosport. «I fischi ricevuti in Nazionale gli hanno fatto tantissimo male. E speriamo che ora qualcuno, visto che ho raccontato per bene come sono andate le cose, possa mettersi una mano sulla coscienza». Già, speriamo.