Non è tanto per il 2-0, che resta comunque difficile da rimontare da parte del Milan, quanto perché si è vista una differenza sostanziale fra le due squadre che, martedì, si giocheranno nella gara di ritorno un posto nella finale di Istanbul, dove l’Inter ha quanto meno un piede. La squadra nerazzurra è funzionale, compatta e verticale; pratica un calcio spoglio, ma è più squadra, più concentrata, più consapevole e, quindi, determinata. Ha raggiunto la semifinale sfruttando molto anche la fortuna contro Porto e Benfica, ma ieri ha vinto la prima delle due sfide contro il Milan, con merito e forza. Ha annientato il Milan con una partenza spietata, poi ha controllato e non ha mai consentito alla formazione di Stefano Pioli di prendere coraggio e di spingere con maggiore convinzione.
Chi ha il grano e chi no
È stata una semifinale esteticamente discutibile e, avendo ancora negli occhi Real-City, si staglia con chiarezza la differenza fra chi ha il grano e chi no. E le italiane, per la cronaca, appartengono ormai alla seconda categoria. Eppure ne manderemo una a Istanbul e, avendo occupato militarmente anche le altre coppe, una anche in finale di Europa League e uno in finale di Champions. È la bellezza (si fa per dire) del calcio e della sua competizione più importante che non sempre usa la logica e la giustizia per scegliere le vincitrici, ma comunque non consente mai che sia solo il caso a decidere. La partita di ieri ci dice che siamo molto indietro rispetto a Real Madrid e Manchester City, per cui è inutile illudersi di aver risolto i nostri problemi. Tuttavia certifica, allo stesso modo, il fatto che esistiamo e che esiste ancora un nostro modello calcistico che, nonostante tutto, funziona. E che anche la Roma e la Juventus hanno la possibilità di affermarlo, nella seconda competizione continentale. E che se la Fiorentina raggiungesse la finale di Conference dopo la Roma dimostrerebbe che il ceto medio della Serie A è uno dei più organizzati e forti d’Europa (e per questo fa del nostro campionato uno dei più difficili). Accontentarsi di tutto ciò è sbagliato, non coglierne il significato pure peggio.