Reduce dalla difficile trasferta sul campo della Fiorentina, la Juventus di Massimiliano Allegri dovrà alzare notevolmente il proprio livello di prestazione per far fronte ad un esordio in Champions League che vede i bianconeri di scena a Parigi contro una delle formazioni di punta del torneo.
Il modello Galtier
L’arrivo di Christophe Galtier in panchina (e di Luis Campos dietro la scrivania) sembra aver ridato ordine alla squadra parigina, dentro e fuori dal campo, anche se qualche problema è rimasto (vedasi il penalty gate fra Mbappé e Neymar, comunque fatto passare abbastanza in sordina dalla stampa transalpina). Tatticamente il nuovo tecnico ha impostato subito una difesa a tre, rinforzata dal recupero di Sergio Ramos. La scelta di questo allineamento difensivo è funzionale sia al sostegno del trio d’attacco composto da Neymar, Messi e Mbappé, sia a liberare i laterali a tutta fascia. Fra questi, a beneficiare della nuova disposizione è stato soprattutto Hakimi, che ha visto diminuire le incombenze difensive che aveva come quarto di difesa. Da laterale a tutta fascia, l’ex interista sta già dando un contributo importante alla manovra parigina, avendo segnato 2 reti e registrato un dato di 2.02 in termini di expected assist.
La fase offensiva
Al di là del valore dei singoli componenti della rosa, è interessante osservare come vada a svilupparsi in fase offensiva il 3-4-2-1 predisposto dall’ex allenatore del Lille. In possesso, infatti, il Psg va ad invadere tutte le zone offensive (ampiezza, rifinitura e profondità) e tutti i canali verticali del campo (fasce esterne, mezzi spazi e zona centrale).
In fase di costruzione è di solito Verratti (93.6% di passaggi precisi) che si abbassa molto per aiutare i tre difensori centrali a far uscire palla da dietro, mentre il suo compagno di reparto può a sua volta avvicinarsi per dare supporto, o restare in posizione un po’ più avanzata per collegare “costruttori” e “invasori” (ossia i giocatori che impostano e quelli che si muovono nel settore di campo più avanzato per ricevere la palla). In zona più avanzate di campo i due centrocampisti e i trequartisti (Neymar e Messi) vanno a formare un quadrilatero allo scopo di agevolare la circolazione della palla e per generare superiorità numerica in zona centrale, con i laterali invece molto alti ed aperti sugli esterni.
Cosa deve fare la Juve
Contro una formazione come il Paris Saint-Germain, che ama controllare la partita tramite il possesso (59.9% di media, con un tempo di durata di 13.92 secondi per sequenza offensiva) sarà difficile per la Juve dettare il contesto con la palla. La squadra di Max Allegri dovrà cercare di farlo senza. In questo senso, le scelte sono due: difendere con un baricentro avanzato, contrastando i transalpini fin dalla loro costruzione, o attendere con un blocco difensivo più basso per controllare lo spazio e cercare poi di ripartire in contropiede. La prima situazione è stata sperimentata efficacemente dal Monaco nella prima parte dell’incontro pareggiato (1-1) con gli uomini di Galtier il 28 agosto. In questo caso il pressing dovrà comunque essere portato con i modi ed i tempi giusti, per non lasciare campo dietro la linea arretrata bianconera a Neymar (7 gol e 6 assist finora) e Mbappé (7 reti anche per lui). Nel caso in cui la scelta di Allegri sia per una soluzione più attendista, la Juve dovrà comunque essere aggressiva sul portatore di palla, per limitarne la possibilità di giocata. Soprattutto in zona di rifinitura, lasciare palla aperta (cioè non pressata) ad un Messi (6 assist, 1.74 expected threat su passaggio) potrebbe rivelarsi fatale. Una fase difensiva attiva (e non come visto ad esempio a Firenze) aiuterebbe l’undici ospite a conquistare palloni da trasformare in veloci contropiedi, situazioni quest’ultime che il Psg può soffrire, in particolare nella zona di campo affidata a Sergio Ramos.
(dati: soccerment, Opta, grafiche videomatch di Sics)