TORINO - La calma e la classe. La Juventus vince una partita brutta e difficile, dimostrando qualche difetto di crescita (sostanzialmente un passo indietro rispetto alle ultime frizzanti prestazioni), ma mettendo in evidenza una grande qualità: la consapevolezza di essere forte e la pazienza di far pesare questa superiorità. Paulo Dybala è l’eroe della serata: due gol da fenomeno, due gol di volontà e cattiveria agonistica, viene da dire due gol alla Ronaldo, proprio nella serata in cui Ronaldo stesso si prende una umanissima pausa. Ci saranno tanti spunti di riflessione per Sarri, ma anche la certezza di avere fra le mani una squadra dal carattere micidiale e che talvolta potrà mancare di lucidità tattica, ma sembra non esaurire mai la voglia, feroce, di vincere. E qualsiasi ragionamento, Sarri, lo farà con la comodità dei sette punti (a pari punti con l’Atletico) e la qualificazione da ipotecare già fra due settimane a Mosca.
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DIECI A DIFENDERE
La Lokomotiv Mosca si applica in modo furibondo in fase difensiva. C’è la consapevolezza di giocare contro una squadra di mostri e, quindi, di avere l’opportunità di fare comunque bella figura. I russi, così, si difendono in dieci, creando una densità pazzesca sulla trequarti dove si trovano sempre tutti i giocatori di movimento, schierati su due linee. A quel punto diventa difficilissimo penetrare in modo pericoloso. Nel primo tempo la Juventus domina la partita, ma nessuno dei 12 tiri è veramente pericoloso. Bene i recuperi alti della palla, che creano l’effetto assedio, male la precisione nell’ultimo passaggio che rende tutto quel predominio sterile. Malino anche Ronaldo, poco incisivo. Non benissimo neppure Dybala che dialoga con Bentancur trequartista, senza però che i loro scambi producano qualcosa di concreto. Bene, a tratti benissimo, Cuadrado i cui cross vengono sprecati malamente in almeno due occasioni. E male, anzi malissimo, la difesa in occasione del gol del vantaggio russo. Nell’unico vero contropiede della Lokomotiv, De Ligt sbaglia il colpo di testa, Bonucci si oppone in modo molle, Cuadrado stringe troppo e così, prima Joao Mario è libero di tirare, poi Miranchuv raccoglie la respinta di Szczesny e la caccia in rete con violenza. E’ il 30’ non è solo la prima azione offensiva della squadra di Mosca, ma rimane anche l’unica in cui crea un pericolo.
JUVE INCARTATA
Con il passare dei minuti la Juventus si incarta, anzi si fa incartare. Non c’è spazio, Krychowiak marca Pjanic che non riesce a inventare. Ronaldo si innervosisce. E’ difficile stabilire dove finiscano i meriti narcotizzante della difesa moscovita e dove inizi la scarsa ispirazione dei giocatori determinanti della Juventus. E’ certamente raro trovare una squadra così ostinatamente chiusa in Champions League, ma quando, nella ripresa, la Juventus schiera contemporaneamente in campo Ronaldo, Dybala, Higuain e Cuadrado oltre al citato Pjanic, è a tratti imbarazzante il fatto che non riesca a graffiare.
ARRVA LA JOYA
Ma Sarri dalla panchina predica la calma e il gioco. Ha ragione lui. Perché alla lunga prevale la classe. Quella di Dybala che prima azzecca un tiro meraviglioso da fuori area, che gira e si infila alla destra del portiere (77’) poi raddoppia con una geniale intuizione: sulla conclusione da fuori di Alex Sandro deviata da Guilherme, l’argentino acchiappa il pallone e la butta dentro con rapidità e angolazione perfetta. Due pugni di quelli che fanno male e la Lokomotiv va giù. Ma da domani Sarri riprenderà le sue lezioni.