Champions, la top 11 di Ronaldinho: c'è Buffon tra i pali

L'ex calciatore di Milan e Barcellona ha indicato il dream team europeo: insieme al portiere della Juve c'è Maldini
TORINO - Lui la alzò nel cielo di Saint-Denis, a pochi chilometri da Parigi. Ronaldinho nel 2006 giocava con il Barcellona e di fronte aveva l'Arsenal di Thierry Henry. Per Dinho non fu la serata della vita. Il Barça faticava a carburare, nonostante i Gunners si trovassero in inferiorità numerica per l'espulsione di Lehmann dopo neanche venti minuti. Una rete di Belletti consegnò la gloria dell'Europa ai catalani. Stavamo per assistere ai primi frammenti di quella che sarà poi l'epopea del grande Barcellona. Adesso Ronaldinho è tornato in Champions. Non da giocatore, ma da giudice.

IL DREAM TEAM - Il Pallone d'Oro del 2005 ha infatti indicato - come riporta il Daily Mail - l'undici ideale della competizione europea, nel quale figurano ben due italiani.

BUFFON: «La maggior parte dei portieri ha avuto dei cali di forma. Buffon, invece, è stato sempre al top»

CAFU: «Non si diventa il giocatore con più presenze nella nazionale brasiliana per caso. Ha vinto la Champions con il Milan, quanto sono stato felice!»

TERRY: «Un leader fantastico, è difficile giocare contro di lui. E' ancora importante per il Chelsea»

MALDINI: «Uno dei più grandi difensori della storia della Champions League. La cosa più impressionante? Quando aveva la palla tra i piedi non sembrava un difensore, ma un elegante centrocampista»

ROBERTO CARLOS: «Tutti dovrebbero avere in squadra uno come lui, solo per il fatto delle punizioni. Uno dei più forti terzini di sempre»

MAKELELE: «I difensori si sentivano al sicuro quando lo avevano davanti. Che schermo!»

LAMPARD: «Dissi a Rijkaard che bisognava prenderlo per il Barcellona. La cosa che mi ha più stupito è stata la quantità di gol che è riuscito a segnare. Da centrocampista»

KAKÁ: «A Madrid non è andato benissimo, ma il vero Riky è stato quello del Milan. Per due o forse tre stagioni è stato il migliore del mondo, non c'era a che non potesse fare»

MESSI: «Ho vinto tutto e quindi non posso avere rimpianti, però mi sarebbe piaciuto giocare di più con uno come lui. Non ci sono parole per descriverlo, ha la magia nei piedi»

HENRY: «Un mio grande amico, con il quale ho giocato a Barcellona. Avremmo potuto ripeterci a New York. Un incubo per i difensori avversari, forte e veloce»

RONALDO: «Era il mio idolo. Poi sono finito a giocare con lui e a vincere anche un Mondiale. L'attaccante più completo che ci sia mai stato e che ci sarà mai, incredibile che non abbia vinto la Champions»

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