Punto, fine, basta, stop. Più che altro: niet, considerato che Aleksej Miranchuk è russo. Dopo la Grande Fregatura, dal Torino sono partite telefonate per cercare di comprendere sino a che punto il trequartista sia diventato improvvisamente incedibile. Davide Vagnati era andato a dormire, domenica notte, col cuore sereno e l’animo soddisfatto: il giorno dopo avrebbe dovuto formalizzare l’accordo ufficioso già trovato con l’Atalanta e pure i medici del Toro erano stati allertati. Visite mediche già prenotate per il tardo pomeriggio nel ventre dello stadio Grande Torino. E ventiquatt’ore dopo, post firma del contratto e servizio fotografico ad hoc: primo allenamento per Miranchuk al Fila. Ma è storia nota: lunedì nel primo pomeriggio i primi rinvii da Bergamo, «ci sono dei problemi». E poi quel: «Vedremo stasera». Il passare delle ore non portò a nulla di buono, anzi. Il lungo summit serale tra i vertici dirigenziali dell’Atalanta con la presidenza e la proprietà, tecnologia permettendo, appose la pietra definitiva sull’accordo trovato preventivamente con i granata. «Non si può più fare nulla, la situazione si è molto complicata»: quando a Torino udirono queste parole, la terra franò sotto i piedi. Tuttavia, rimaneva una piccola speranza che la questione fosse stata solamente rimandata, in attesa che l’Atalanta accontentasse Gian Piero Gasperini sul fronte offensivo con due innesti (uno innanzi tutto, poi effettivamente approdato a Bergamo, mercoledì: l’ala offensiva Ademola Lookman, in uscita dal Lipsia). Gasperini ha messo il veto alla partenza anticipata di Miranchuk, d’accordo. Ma emersero, quel lunedì, anche nuove remore in società. In parole povere: siamo appena a inizio agosto, in ogni caso aspettiamo prima di dare un nostro giocatore così bravo in prestito con diritto di riscatto a 12 milioni. Per cui, a posteriori, emissari di matrice granata hanno provato a sondare di nuovo i vertici dei bergamaschi: in prestito con riscatto obbligato al maturare di determinate condizioni lo dareste? Niet, di nuovo niet: a oggi non esistono possibilità che il russo parta. Luca Percassi, l’ad nerazzurro, aveva già dichiarato: «L’arrivo di Lookman non va collegato a una possibile partenza di Miranchuk». Morale: l’Atalanta ha veramente cambiato idea e il russo al momento è un caso chiuso.
Il Toro ha chiesto Makengo
Saltiamo di palo in frasca per raccontarne un’altra. E qui si passa a centrocampo. In attesa dell’ingaggio ufficiale del talentuoso 18enne turco Emirhan Ilkhan, che comunque nelle gerarchie partirebbe al 4° posto dietro a Sasa Lukic, Samuele Ricci e Karol Linetty (per il quale Davide Vagnati è disposto ad ascoltare offerte, nel caso; intanto sta trattando l’uscita di Jacopo Segre in direzione Cagliari), dal Torino è partita una richiesta formale all’Udinese con nel mirino Jean-Victor Makengo, 24 anni, francese, sotto contratto sino al 2025, eclettico centrocampista centrale (mediano o mezzala), acquistato dai friulani via Nizza due anni fa per 3 milioni e mezzo. Ora ne vale più di 10: 33 presenze di cui 26 da titolare e un gol nell’ultimo campionato, in crescendo di rendimento. La sua tecnica esaltata da un gran dinamismo nella doppia fase lo ha portato a brillare: un paio di mesi fa aveva effettuato un sondaggio l’Inter, poi vari club si sono fatti avanti. Adesso è il Torino ad aver bussato alla porta del club della famiglia Pozzo.