TORINO - L’appuntamento con la vittoria contro una grande squadra è ancora una volta rimandato. Ma l'immagine che rimane della prestazione del Toro è bella, altroché. Ha affrontato il Milan a testa alta e con la mente libera, mettendolo sotto. Non si è vista la differenza di punti fra le due squadre: la dice lunga sulla prova dei granata, che sicuramente vivono la parte finale di stagione col cuore molto più leggero rispetto ai rossoneri, che stanno pericolosamente perdendo smalto nella corsa allo Scudetto. Il Toro, dopo la vittoria sporca di Salerno, aveva bisogno di ritrovare i sacri principi di Juric. In sostanza, il tecnico prima del duello col Diavolo aveva chiesto una prova fotocopia di quella già mostrata contro l'Inter quasi un mese fa. Ed è andata esattamente così: squadra brillante e spigliata in avvio, ma anche attenta e pericolosa nella ripresa. L'occasione più ghiotta, non è un caso, è stata di marca granata: la super parata di Maignan sul destro potente di Vojvoda destinato all'incrocio dei pali grida ancora vendetta.
Straordinaria, come al solito, la prestazione di Gleison Bremer. Si è messo in tasca Giroud sin dai primi minuti: si è incollato al francese e non lo ha mollato mai. Fondamentali anche le sue chiusure: se il Milan non è riuscito a disturbare a più riprese la quiete di Berisha è proprio per merito degli interventi del brasiliano. Costantemente l'uomo giusto al momento giusto. E guai a chi gli parla di mercato: non promette amore eterno ai granata perché conscio che il suo tempo sotto la Mole stia per terminare, ma dimostra un attaccamento alla causa da leader. Sotto tutti i punti di vista: tecnico e carismatico. In campo la sua presenza è ovunque, il tocco più importante è sempre il suo. Basterebbe riavvolgere il nastro del match: l'ultima punizione di Theo Hernandez viene fermata proprio dalla sua provvidenziale uscita dalla barriera. Chi ha fatto bene è anche Tommaso Pobega, che sulla trequarti ha lavorato tanto soprattutto in fase di contenimento. Per lui era una gara speciale: il Milan è il suo passato, ma sarà anche il suo futuro. Sebbene Davide Vagnati prima del match abbia tenuto un timido spiraglio aperto: «Parleremo del suo futuro coi rossoneri a fine stagione». Come a dire: tornerà a Milano, ma non è detto che non possa prendere un nuovo biglietto per Torino.
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