TORINO - Dopo una sconfortante retrocessione avvenuta con tre mesi d’anticipo, la Salernitana in B ripartirà da Andrea Sottil, antico figlio del Filadelfia, nato a Venaria, da tempo trasferitosi a vivere al Sud, un’autentica scelta di vita la sua, uomo dunque abituato alle piazze infuocate come quelle del Meridione, dove iniziò la sua formazione da allenatore, a Siracusa. Sembra dunque il tecnico giusto per ridare smalto ai granata, per tornare ad accendere uno stadio come l’Arrechi - nome di un principe longobardo del medioevo legato alla storia di Salerno - impianto da oltre 30mila spettatori, soprannominato il “Principe degli stadi”, anche perché vissuto da una tifoseria calda e appassionata che, nel bene e nel male, sa fare la differenza. Da qui dunque si ripartirà: da una piazza che va rigenerata dopo una retrocessione che rischia di lasciare scorie pesanti. Se Sottil non riuscirà sin da subito a spalare le macerie che eredita dalla passata stagione, il rischio di avvitarsi e finire in C - come ogni tanto accade a certe squadre che provengono dalla A - non va sottovalutato. Tuttavia, prima di tutto c’è un’altra incognita a pesare: l’eventuale cessione del club, con Iervolino che non appare più innamorato come un tempo della Salernitana che rilevò da Lotito dopo la promozione in A del 2021. In ballo ci’è la possibilità di cedere il club, un po’ di chiarezza aiuterebbe a lavorare meglio: se l’attuale patron intende andare avanti, meglio che lo faccia sapere subito; se vuole cedere, sarebbe opportuno far tutto il possibile perché ciò accada in tempi brevi e a un offerente serio, per plasmare al più presto la rifondazione. Resta il fatto che il neo ds Petrachi, da tempo desideroso di tornare sulla breccia, potrebbe aver puntato sull’allenatore giusto. Lo dice la storia di Sottil in Serie B. Vi debuttò, dopo una solida gavetta in C e in D, rilevando ad Ascoli, nel dicembre 2020, una squadra data da tutti per spacciata, destinata alla C e invece con la sua guida rimasta in B giocando un calcio bello, tonico e sparagnino, con una media punti da playoff, poi conquistati nella stagione successiva, risultati che gli valsero la chiamata dalla A dell’Udinese per la quale ha proposto un calcio comunque con solidi valori, al di là dell’esonero dello scorso 26 ottobre, giunto dopo una stagione chiusa al 12° posto, non replicata nella passata annata ma anche per colpe non sue. A Udine, dove il talento calcistico abbonda, non è mai semplice riuscire a motivare nella maniera giusta il gruppo-squadra, troppe le sirene dei grandi club che distraggono i giocatori più forti. Ma comunque, dopo 8 mesi senza andare in panchina, Sottil dovrebbe essere carico il giusto a andare a Salerno per replicare il miracolo Ascoli. Chissà, magari potrebbe avere con sé l’estroso (ma incostante) Sabiri, finito in Saudi Pro League, al Al Fayha, dove è in prestito dalla Fiorentina. Però fu Sottil, al suo arrivo ad Ascoli, a farne un giocatore importante, all’epoca Sabiri incantava anche coi gol su punizione, quasi le tirava come fosse Juninho Pernambucano. E a proposito di ritorni, potrebbe esserci quello di Maistro, a Salerno ai tempi di Ventura, finito in C con la Spal ma che in una squadra d’alta B può starci comodamente. Fra l’altro, Sottil lo ebbe ad Ascoli, con lui fece le cose migliori. Davanti, la Salernitana è iscritta all’asta per Coda: il re dei bomber di B ha ancora un anno di contratto col Genoa, viene da una annata positiva a Cremona, è andato molto meglio della sua unica stagione in maglia rossoblù, nonostante abbia quasi 36 anni resta molto appetibile e giocò a Salerno dal 2015 al 2017. Per non parlare di Tutino, vice capo cannoniere dello scorso campionato di B che però meriterebbe di andare in A ma che a Salerno, in coppia con Djuric, portò i granata in B nel 2021.