TORINO - La Juventus ricomincia da otto, intesi come milioni. Otto milioni di euro incassati finora per i riscatti obbligatori di Dragusin e Di Pardo da parte rispettivamente di Genoa e Cagliari: se per il centrale il vincolo era scattato già nel corso della stagione, per il terzino la certezza si è avuta con la promozione dei sardi in Serie A. Un bottino modesto rispetto ai diritti di riscatto per 180 milioni impostati con gli altri esuberi, però destinati a far ritorno alla Continassa. Un bottino modesto anche rispetto alle necessità economiche per rimettere in sesto un bilancio che risulterà provato dalla mancata partecipazione alla prossima Champions League, in ossequio al -10 imposto dalla giustizia sportiva all’ultima classifica dei bianconeri. Per questo motivo, nella settimana che porta alla deadline per i diritti di riscatto dei prestiti, la priorità della Juventus è quella di cedere. Per sfoltire, per incassare.
Missione a Milano
All’obiettivo primario sta lavorando il ds in pectore Manna, in attesa di Giuntoli. E sta lavorando anche il fido Tognozzi, al suo fianco. Il responsabile dello scouting è a tutti gli effetti coinvolto nelle operazioni riguardanti la prima squadra e, da diversi giorni, è alle prese con appuntamenti a Milano proprio nel tentativo di piazzare gli elementi che non rientravano nell’ultima rosa di Allegri. Da questa lista di nomi, d’altronde, possono potenzialmente essere strizzati fuori 70-80 milioni, senza arrotondare per eccesso. Ovvero senza ambire a piazzare in maniera remunerativa gli Arthur, che si spera di parcheggiare nuovamente in prestito in Spagna, o i Pjaca, il cui futuro è tutto da ridisegnare. Ma 70-80 milioni cambierebbero, ovviamente, il volto del mercato bianconero, al punto da rendere meno impellente la cessione di un big, che si tratti di Vlahovic, di Chiesa o di chi per loro.