Kostic, un treno che crossa

Miglior uomo assist dell’ultima Europa League, il serbo copre tutta la fascia sinistra e pennella palle gol
Kostic, un treno che crossa© /Ag. Aldo Liverani Sas

TORINO - Un treno che crossa. Volendo semplificare al massimo lo si potrebbe descrivere così, Filip Kostic, il ventinovenne nazionale serbo per il quale la Juventus sta accelerando a tavoletta nella trattativa con l’Eintracht Francoforte, della quale vi parliamo nella pagina a fianco.

Accelerare, d’altra parte, è uno dei punti di forza dell’esterno in cui Massimiliano Allegri e i dirigenti bianconeri hanno individuato l’uomo ideale per rafforzare la fascia sinistra juventina: da ala in attesa del ritorno a pieno regime di Federico Chiesa, ma non solo. Sarebbe sbagliato, infatti, vedere nel serbo un vice Chiesa a tutti gli effetti, anche se potrebbe giocare da esterno d’attacco nel 4-3-3. Ruolo che però interpreterebbe in modo diverso dall’azzurro, così come da Moise Kean che lo ha ricoperto contro il Real Madrid e ieri a Villar Perosa contro l’Under 23, oppure da Alvaro Morata, la cui candidatura al doppio compito di attaccante esterno e di vice Vlahovic non è ancora del tutto tramontata, per quanto complicata. Rispetto ai tre giocatori citati, tutti attaccanti per quanto Chiesa sia una punta esterna pura o una seconda punta, mentre gli altri due possano giocare anche da centravanti, Kostic è invece un giocatore di fascia classico. Il serbo è mancino e giocando a sinistra non si accentra praticamente mai, come si può notare dalla heatmap Wyscout in questa pagina: non effettuerebbe i tagli ad attaccare la porta che potrà garantire Chiesa (oppure Kean o eventualmente Morata), ma assicurerebbe molti più cross per Dusan Vlahovic, del quale è peraltro anche compagno nella Serbia.

Più cross, a proposito, non solo di chiunque altro nella passata Bundesliga, ma anche di chiunque altro nei principali cinque campionati europei (dato Wyscout come gli altri dell’articolo). Ecco perché la definizione di treno che crossa si adatta bene all’obiettivo bianconero: perché Kostic copre tutta la fascia mancina come se corresse su un binario, sfruttando velocità e resistenza del suo fisico compatto (184 centimetri per 82 chili), e dalla trequarti in avanti crossa. Con notevole maestria, visti i nove assist serviti ai compagni o i 26 passaggi chiave (cioè che hanno creato un’occasione da gol non sfruttata) effettuati nello scorso campionato tedesco. Per crossare, naturalmente, è necessario arrivare in condizione di farlo: Kostic ci riesce sia inserendosi senza palla, sia sfruttando il dribbling. È stato infatti il sesto giocatore di fascia sinistra (attaccanti compresi) dell’ultima Bundesliga per dribbling tentati ogni 90 minuti di gioco - 6,23, il primo è Davies del Bayern con 8,16 - e tra i primi dieci è quello con la percentuale migliore di dribbling riusciti: 56,5%, davanti proprio a Davies con il 55,1%.

Non è solo con inserimenti e dribbling, però, che Kostic trova spazio per pennellare i suoi cross. Lo fa anche a palla inattiva, tanto che dei citati 9 assist nell’ultima Bundesliga (ai quali ne vanno aggiunti 5 in Europa League, dove è stato il migliore del torneo, e 1 in Coppa di Germania), ne ha serviti 4 su calcio piazzato: oltre che per Vlahovic (e per gli inserimenti di Pogba e McKennie, quando torneranno), i suoi cross potranno dunque essere preziosi anche per difensori abili nel gioco aereo come Bonucci e Bremer. Macchina da cross e assist, Kostic non è altrettanto prolifico in termini di gol: 4 in Bundesliga e 3 in Europa League nella scorsa stagione. Nell’Eintracht però giocava da esterno di centrocampo nel 3-4-3: impiegato in posizione più avanzata potrebbe trovare più spesso la via del tiro e della rete. Detto che il 4-3-3 resta l’assetto base della Juventus, proprio la sua capacità di coprire tutta la fascia, però, apre a Kostic anche prospettive diverse da quelle di vice Chiesa e offre ad Allegri varie soluzioni: da un 4-2-3-1 con Cuadrado e il serbo sulle fasce e Di Maria alle spalle di Vlahovic a un 3-4-3 (o 3-4-1-2), fino a tentare l’esperimento del serbo da terzino nella difesa a quattro, magari con Danilo sulla fascia opposta a bilanciarne le fughe in avanti.

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