TORINO - Dopo Paulo Dybala, anche Federico Bernardeschi. Salta il secondo rinnovo di contratto in casa Juventus, meno clamoroso di quello dell’argentino, ma comunque siginificativo. Salta quello di chi - in cuor suo - cullava il desiderio di restare ancora a Torino. Lo si è visto con chiarezza lunedì sera, nel posticipo all’Allianz Stadium con la Lazio, quando il numero 20 era stato uno dei più decisi e determinati in campo. Invece ieri è stato il giorno del divorzio, decretato da un vertice alla Continassa tra il club e Federico Pastorello, agente dell’esterno. È un divorzio che avviene in tutta serenità, senza che volino stracci o vengano spaccati piatti.
Bernardeschi-Juve, i motivi dell'addio
Le due controparti si sono viste, hanno esposto le proprie ragioni e, alla fine, hanno stabilito che l’unica via di uscita possibile fosse quella di un addio. Per ragioni innanzitutto tecniche, cui hanno fatto da ovvio contorno anche quelle economiche. In sostanza, la Juventus non ha potuto garantire a Bernardeschi una centralità nel progetto della squadra in costruzione, quella che deve tornare a vincere dopo una annata di traguardi non raggiunti. Avrebbe potuto continuare a essere uno del gruppo, ma non attore protagonista, bensì comprimario. Una prospettiva che ha spinto il giocatore a chiudere l’esperienza bianconera, con vista soprattutto sulla Nazionale. Bernardeschi è stato infatti uno dei giocatori su cui il ct Roberto Mancini ha fatto affidamento nella propria gestione azzurra.
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