© EPAA Barcellona il mancato affare di gennaio non ha provocato chissà quali sconquassi: è vero, a un certo punto, Alvaro Morata sembrava a un’unghia dai blaugrana, ma l’accesa juventinità dell’attaccante spagnolo - abbinata al contributo di Massimiliano Allegri - ha fatto la differenza. «Sì, potevo andare, però l’allenatore ha chiuso ogni porta dicendomi che avrei giocato dietro un altro attaccante». Questioni tattiche, dunque, visto l’arrivo di Dusan Vlahovic, oltre che motivazionali fecero svanire un’operazione che pareva in dirittura. Dopodiché le vie del mercato sono talmente infinite che affari apparentemente improbabili rischiano di ridiventare possibili.
Succede che l’Atletico Madrid non sia così convinto di mollare Alvarito alla Juventus, sempre che il club bianconero non intenda sborsare i 35 milioni pattuiti a suo tempo dopo i 20 già pagati per il prestito biennale. A Torino non hanno cambiato idea e non la cambieranno: la cifra è giudicata eccessiva, al massimo si potrebbe pensare a un investimento di portata assai inferiore. Perché Morata, al netto del contributo mai venuto meno (11 gol e 8 assist in 45 partite stagionali), ha pur sempre 29 anni e mezzo, non è più un bambino. Ciò non toglie che Alvaro continui a professarsi un torinese acquisito, la famiglia si trovi benissimo in città e dal punto di vista professionale si sia instaurato un ottimo feeling con Allegri e la squadra.
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