Quattrocento giorni, sessantuno partite saltate. In sei anni. Questo è il quadro clinico di Paulo Dybala e dei suoi infortuni, delle ricadute, delle assenze. Una fotografia chiara, una scheda ufficiale, documentata di un calciatore di talento puro ma di fragilità assoluta, a causa anche del coronavirus che l’ha costretto a una lunga quarantena. Il dilemma diventa amletico: Dybala or not Dybala?
La Juventus deve riflettere sul futuro proprio e dell’argentino. Una riflessione contabile e un’altra tecnica. Le richieste dell’argentino sono importanti, per usare un aggettivo morbido, comporterebbe un esborso, per i prossimi tre anni, di 70 milioni, esclusi i diritti di immagine che sono altissimi e, nel caso di un contratto quinquennale, un totale che sfiorerebbe i 120 milioni, per un atleta che compirà ventinove anni il prossimo novembre. A queste condizioni, che sono quelle avanzate dall’assistente di Dybala, presumo che sia impossibile trovare un accordo.
La Juventus offrirà un salario sensibilmente più basso e, a questo punto, sarà Dybala a dover prendere una decisione, accettare o trasferirsi a un altro club pronto a soddisfare le sue richieste. La questione non è squisitamente mercantile e salariale, come detto in avvio, riguarda le garanzie fisiche che il calciatore può e potrà assicurare, il suo “storico” non agevola la trattativa ma, al tempo stesso, non sembra facile individuare sul mercato figure dotate delle qualità tecniche pari a quelle di Paulo Bruno Ezequiel Dybala.
Ma nel football moderno, con la situazione finanziaria ed economica border line di molti club e tra questi della Juventus, sono altri i conti da fare, senza farsi condizionare dall’affetto, dalla nostalgia, da un dribbling o da un gol magico. Dalla Juventus sono usciti campioni come Sivori e Zidane, Baggio e Del Piero, tutti, a un certo punto della loro carriera e in tempi pre-Bosman, scelsero strade diverse.
Non ho citato Platini che rifiutò una clamorosa offerta da Bernard Tapie che assicurò 5 miliardi di lire per giocare soltanto le partite al Velodrome e 10 miliardi per giocare tutta la stagione con l’Olympique di Marsiglia. Quella scelta del francese fu legata al rapporto personale con il club e con Gianni Agnelli. La cronaca di oggi ha altri respiri, altri percorsi, altri campioni. La Juventus ne è consapevole. Mi auguro che lo abbia compreso anche Dybala.