È dal fatidico 7 agosto 2020, esattamente un anno e mezzo fa, che Dybala non gioca una partita della fase a eliminazione diretta in Champions League. Quei maledetti 14 minuti di Juventus-Lione che a lui costarono una recidiva dell’infortunio al ginocchio e alla Juventus una precoce e bruciante eliminazione dalla Coppa. Non ci sarà neanche domani contro il Villarreal, allungando la sfortunata striscia che, dalla finale di Cardiff in poi, lo ha raramente visto protagonista nella fase calda della Champions, dove i grandi campioni sono chiamati a fare la differenza. Tolto il magnifico gol (e l’eccellente prestazione) a Wembley contro il Tottenham nella rimonta del 2018, quattro anni orsono, Dybala non è mai riuscito a essere protagonista dal girone in poi.
Il rinnovo: la situazione
E questo non è un dettaglio statistico, perché quando si ritroverà alla Continassa per discutere il rinnovo di contratto, il suo rendimento verrà pesato con grande scrupolo dai dirigenti juventini. In ballo ci sono tanti soldi e siccome tutto ruota intorno alla fatidica cifra di dieci milioni di euro, richiesta di Dybala per la nuova firma, le prestazioni nella competizione più importante e remunerativa di tutte sono fondamentali. Quando Maurizio Arrivabene, amministratore delegato della Juventus, ha fatto notare con serena severità che «i rinnovi vanno meritati», in fondo si riferiva anche al fatto che un giocatore da dieci milioni di euro deve essere decisivo nelle partite che possono cambiare una stagione in bene o in male.
Da quattro anni, Dybala lo è stato raramente in ambito internazionale. E il fatto che l’appuntamento per il rinnovo arrivi proprio dopo un’altra sfida decisiva saltata per infortunio non avvantaggia la posizione del giocatore nella trattativa.
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