TORINO - E ora il derby, che per alcuni sarà un battesimo. Prima stracittadina della Mole per Dusan Vlahovic, ad esempio. Per lui una accoglienza in versione “molitura” (spremuto come un’oliva), da parte di Massimiliano Allegri. E non c’è sentore, per ora, che le cose possano cambiare in vista di Juventus-Torino. Troppo importante per i nuovi equilibri bianconeri, l’ex viola sarà ancora della partita (per buona parte, almeno) e di buon grado: adrenalina alle stelle per il fresco passaggio di casacca, voglia di dimostrare tutto il dimostrabile. Vuole giocare e vuole lasciare il segno. Ciò non toglie che qualche variazione in avanti, nel tridente, potrebbe esserci. Almeno uno tra Dybala e Morata potrebbe riposare, con Moise Kean e Federico Bernardeschi pronti a subentrare. Il recupero dell’azzurro campione d’Europa consente ad Allegri di riflettere anche su una variazione tattica: opzione 4-2-3-1. Certo, però, sarebbe un peccato metter mano a questo tridente super offensivo. Ieri a secco, per carità, ma comunque apprezzabile per certe dinamiche e alchimie. Soprattutto, apprezzabile per le potenzialità devastanti che hanno tre giocatori di questo calibro tutti insieme.
Juve, le parole di Nedved
Pavel Nedved, ieri, a margine di Atalanta-Juventus ha voluto sottolineare un aspetto nello specifico: «Si parla di meno di Morata, ma lui è il tassello più importante del trio perché è quello che si sacrifica: sa molto bene tenere la palla, sa molto bene attaccare lo spazio e giocare fronte alla porta. Se il mister li ha riproposti è perché ha apprezzato tutto quello che hanno fatto, vuol dire che è soddisfatto». E ancora, il vicepresidente a proposito di Dybala (e non solo): «Noi dobbiamo affrontare diversi rinnovi in casa nostra. Lavoreremo nelle prossime settimane. Si stanno tutti comportando molto bene, sono dei professionisti e si vede che ci tengono e ci stanno dando molte soddisfazioni».
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