Non è cambiato granché tra Aaron Ramsey e la Juventus dopo il summit di ieri tra l’entourage del centrocampista gallese e la dirigenza bianconera, nel senso che l’intesa per una separazione consensuale ancora non c’è. Però si ha l’impressione che il ghiaccio possa essere stato rotto tra parti finora divise da obiettivi profondamente diversi. In società la pensano tutti alla stessa maniera: occorre dare una sterzata al contenimento del monte ingaggi e quei 7 milioni netti annuali più bonus per un contratto in scadenza nel 2023 rappresentano un peso di cui alla Continassa farebbero volentieri a meno. Chi assiste l’ex Arsenal, dal canto suo, sa bene che questa si sta rivelando come una stagione ancor più insipida delle precedenti e che il mancato utilizzo del giocatore da parte di Massimiliano Allegri - al netto di problemi al flessore che ufficialmente continuano a stoppare qualsiasi velleità di rientro - non può continuare ancora a lungo. Centododici minuti stagionali in campo con la maglia bianconera, gli ultimi dieci dei quali in Champions a San Pietroburgo il 20 ottobre e prima di tre panchine in fila che hanno anticipato la “scomparsa” di Ramsey, non possono giustificare una prosecuzione pacifica del rapporto. Tanto più se il 30enne con il Galles scende in campo e fa gol, mentre una volta rientrato a Torino si fa notare «ai bordi del campo»: parola di Max.
Pavel Nedved l’altra sera ha parlato di un «ragazzo sfortunato che in Nazionale gioca bene e segna. E noi siamo stati sfortunati con lui, perché non riusciamo a farlo giocare». Siccome la Juventus sta trovando una sua dimensione che non contempla Ramsey, va da sé che una soluzione debba essere trovata. L’incontro tra l’agente del gallese e il club bianconero è servito per ribadire le reciproche posizioni: il giocatore si professa felice di rimanere a meno di dover discutere su un’eventuale buonuscita, parola poco gradita ai piani che contano della sede juventina dove, al contempo, stanno cercando di capire come arrivare a una risoluzione contrattuale che equivarrebbe a un lauto stipendio da pagare in meno. Per l’occasione, chi assiste l’ex Gunner ha portato alla dirigenza alcune manifestazioni d’interesse: dell’Everton, del Newcastle e di altri club non di primissima fascia in Premier. Sondaggi, più che altro, anche perché è dura trovare una società disposta ad accollarsi un ingaggio così pesante per un calciatore che non gioca una partita vera - da titolare - con la Juve dal 22 agosto. E quella sessantina di minuti a Udine non ha lasciato tracce. Conclusione: per Ramsey non c’è più spazio nella squadra di Allegri e con l’agente del centrocampista si farà di tutto per accelerarne la partenza.
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