MILANO. L’erede di Perisic? Sarà... Dimarco. Indietro tutta a sinistra. O meglio, avanti tutta se la questione si guarda con gli occhi dell’interessato. A gennaio infatti Simone Inzaghi aveva chiesto di acquistare un altro esterno mancino da alternare sulla corsia con Perisic proprio per spostare Dimarco nei tre dietro (e arrivò Gosens). Adesso, in assenza di new-entry, hanno ripreso quota le azioni dell’azzurro che, alla luce del bassissimo minutaggio avuto fin qui da Gosens nel pre-campionato, a Lecce dovrebbe partire titolare proprio là dove fino a un campionato fa c’era il regno di Ivan il terribile. Nessuna mozione di sfiducia al tedesco, è bene precisarlo: Gosens però arriva da una stagione alquanto tormentata e da un’estate non semplice e quindi va aspettato. L’obiettivo è ritrovare il formidabile esterno visto nell’Atalanta e, in tal senso, la fiducia di riuscirci è incrollabile tanto che, nonostante sia sempre sul mercato, al momento l’Inter non intende prendere in considerazione la candidatura di Kostic. In assenza di uscite è inutile fare voli pindarici: arriverà soltanto il sostituto di Andrea Ranocchia e sarà un’occasione da ultimi dieci giorni di mercato. Una Realpolitik forzata (avendone la possibilità, probabilmente Inzaghi chiederebbe altri tre giocatori, ovvero uno specialista della fascia sinistra, un centrale titolare al posto del declinante De Vrij e un attaccante giovane e duttile che possa iniziare a raccogliere l’eredità di Dzeko) ma, guardando il bicchiere mezzo pieno, tolto Perisic l’Inter ha finora conservato tutti i big, aggiungendo tre certezze (Lukaku, Mkhitaryan e Onana) e due giovani dall’avvenire radioso (Asllani e Bellanova), il che - in tempi di vacche magre e con un nuovo fair play firmato con la Uefa - non è poco.