Allegri, Sarri e gli altri disoccupati: uno di loro presto in Serie A?

Le ombre dei big si allungano su Fonseca: il Milan è in affanno ed è atteso dal triplo esame con Venezia, Liverpool e Inter

MILANO - I dieci giorni della verità. Paulo Fonseca ha iniziato il countdown verso le tre partite che, in un modo o nell’altro, segneranno inevitabilmente il suo cammino al Milan e che potrebbero trasformare l'alone di certi fantasmi che si aggirano intorno alla sua panchina in sagome molto più delineate. Venezia sabato sera a San Siro, Liverpool alla prima in Champions martedì ancora in casa e derby in trasferta domenica 22: tre gare, tre esami. La partenza, come noto, è stata negativa. Anzi, a guardare le statistiche, il portoghese è l’allenatore debuttante peggiore sulla panchina del Milan negli ultimi 40 anni: nessuno, infatti, aveva messo insieme solo 2 punti senza raccogliere neanche una vittoria. Il Milan invece ha collezionato due pareggi, entrambi agguantanti in rimonta (uno nel recupero col Torino, l’altro al 72’ con la Lazio), e ha perso male a Parma, molto più di quanto il 2-1 finale racconti.

Milan, Furlani conferma Fonseca

Se già prima di cominciare Fonseca godeva di scarsa fiducia da parte della tifoseria, la sua situazione non è migliorata con le gare da tre punti, anche perché il Milan, oltre a giocare male, ha mostrato gli stessi difetti del passato, in primis una fase difensiva disastrosa, con ben 6 reti incassate. Il tutto corredato dalla scena del cooling break all’Olimpico con protagonisti due dei giocatori di maggiore spessore della squadra, Theo Hernandez e Leao. La società, per voce dell’ad Giorgio Furlani, una decina di giorni fa ha spento questo caso ("Se n’è parlato tanto, troppo; per noi è un non evento"), pure quello nato sull’assenza di Ibrahimovic all’Olimpico ("Zlatan aveva un impegno preso da tempo, dunque non era una sorpresa", ma intanto lo svedese non è ancora riapparso) e ha rinnovato la fiducia del club a Fonseca: "Siamo soddisfatti del lavoro fatto dal mister in preparazione, siamo tutti con lui, a supporto suo, così come la squadra".

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Detto questo, però, ai piani alti di Casa Milan non sono contenti e nonostante le dichiarazioni pubbliche - "avremmo preferito fare 9 punti nelle prime tre partite, è ovvio, però non c’è panico ed eviterei di parlare di partite importantissime o simili", la postilla dell'ad -, è chiaro che tutti si attendono una svolta e già la partita col Venezia di sabato sera rappresenta un bivio vitale in campionato. Inter e Juventus hanno infatti già 5 punti in più, non è pensabile che il Milan non conquisti il bottino pieno con i lagunari. Anche perché una non vittoria creerebbe un clima ostile a San Siro, con la Curva Sud già da mesi in fermento. Non battere il Venezia, inoltre, renderebbe ancor più delicato l'esordio in Champions con il Liverpool, per non parlare poi della gara con l'Inter, reduce da sei successi consecutivi nei derby, l'ultimo valso la vittoria aritmetica dello scudetto della seconda stella. Per Stefano Pioli i ko contro i nerazzurri erano diventati un'onta che ha di fatto condizionato la sua conferma al Milan. L'Inter - oltre a Venezia e Liverpool -, potrebbe quindi rappresentare una sliding door anche sul destino di Fonseca che intorno a sé comincia a sentire rumors su allenatori top, "disoccupati" e in attesa che una panchina importante si liberi. Si va da Max Allegri (il cui nome è già circolato in ambienti milanesi e torinesi, ma il cui profilo non sembra sposarsi con l'attuale dirigenza rossonera) a Maurizio Sarri, passando per Thomas Tuchel e Sergio Conceiçao, quest'ultimo già sondato in estate prima che la scelta cadesse sul suo connazionale.

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