A Parma peggio che col Torino. Allegri aleggia
Il Milan di Parma è stato peggiore di quello dell’esordio col Torino - e già lì era andato male... -, i giocatori sembravano disorientati, confusi. Non sembra esserci per ora compattezza fra i reparti e l’atteggiamento di alcuni senatori come Theo Hernandez e Leao - che ha pure trovato il tempo di litigare in campo con un tifoso (ieri la spiegazione di quanto accaduto, rigorosamente sui social) non è un bel segnale. C’è un problema strutturale che il mercato non sembra finora aver corretto. Certo, presto il mediano difensivo Fofana entrerà stabilmente in formazione, ma un singolo giocatore non potrà bastare per trasformare una squadra oggi troppo squilibrata. Probabilmente Fonseca dovrà ragionare se insistere col 4-2-3-1 o passare a un più ordinato 4-3-3, con un centrocampista puro in più, anche perché i quattro elementi offensivi dell’attuale modulo non tornano in difesa e pure i terzini - in primis Theo - faticano a correre all’indietro.
Ieri la squadra ha goduto di una domenica di riposo e riflessioni, oggi pomeriggio a Milanello ci sarà la ripresa ed è probabile che arrivino anche i dirigenti per serrare le fila e fare un punto della situazione. A Roma servirà un Milan diverso, tatticamente e mentalmente. Era dalla stagione ’11-12 che il Milan non partiva così male non vincendo una delle prime due partite e all’epoca in panchina c’era proprio Allegri, oggi libero e in attesa di una nuova esperienza. Il tecnico livornese, che a Milano ha vinto lo scudetto nell’annata ’10-11, come altri colleghi era stato probabilmente sondato in primavera e oggi non avrebbe problemi ad accettare il ritorno in rossonero. Anzi, per indole, preferirebbe la soluzione milanese a una all’estero o in altre parti d’Italia. Ibra lo conosce, è stato allenato da lui. Allegri non avrà idee rivoluzionarie come Fonseca, ma il Milan, se il vento non cambierà fra una settimana o entro un mese, potrebbe ritrovarsi nella situazione di dover pensare in maniera concreta e pragmatica.