Juve: Conceicao alla finestra, gli esuberi alla porta. Kalulu vuole certezze

Giuntoli continua a lavorare con il Porto, si parla anche di Djalo. Chiesa sempre ai margini, in tanti ancora in uscita

In attesa di provare a volare in campo, dribblando quella che sarebbe una pericolosa partenza falsa domani sera contro il Como, la Juventus lavora per dotarsi di ali. Già, al plurale, perché una – con ogni probabilità Nico Gonzalez – a Thiago Motta in questo momento non basta. Il reparto si annida intorno al fresco “diez” Yildiz da una parte e al rinvigorito Weah dall’altra, con alle spalle un nugolo di interessanti giovani della Next Gen che necessitano però di farsi ancora le ossa. Per questo è attesa un’accelerata per l’argentino della Fiorentina. Per questo il direttore tecnico bianconero è alla ricerca di un’ulteriore freccia da posare nella faretra di Thiago Motta. In prestito, però, perché il margine per gli investimenti nell’immediato – secondo i piani alla Continassa – verrà a breve eroso dall’acquisto di Koopmeiners dall’Atalanta. Il nome più caldo sul taccuino di Giuntoli, al momento, è quello del figlio d’arte Francisco Conceiçao, in rotta di collisione con il Porto dopo che il club ha dato il benservito a papà Sergio, in panchina, con metodi giudicati bruschi.

Il classe 2002 a inizio mese ha patito una noia muscolare e venerdì sera non è stato di conseguenza impiegato nella vittoriosa trasferta con il Santa Clara, ma soprattutto ha comunicato alla società la volontà di lasciare i colori biancoblu. Alle condizioni del ds Andoni Zubizarreta, però. Che, per ora, non collimano con quelle prospettate dall’omologo della Juventus. Giuntoli, appunto, vorrebbe mettere le mani sul mancino portoghese in prestito oneroso con diritto di riscatto, mentre i Dragoes non paiono intenzionati a smuoversi da formule che prevedano la certezza dell’operazione. La strada sembra così sbarrata, ma la ferma intenzione del ragazzo potrebbe imporre al club d’appartenenza ulteriori riflessioni. Giuntoli, intanto, continua a monitorare anche la situazione di Marcus Edwards, classe 1998, inglese, in forza allo Sporting Lisbona.

Per completare lo scenario, però, in casa Juventus servirebbe un altro incastro ancora. Ovvero la partenza di Federico Chiesa, grande nodo dell’estate bianconera. L’azzurro continua a lavorare alla Continassa con gli elementi considerati ai margini del progetto e la recente inversione di rotta con McKennie può essere letta come ennesimo segnale anche nei suoi confronti: se con l’americano c’è margine per ricucire, con lui proprio no. Perché è in scadenza di contratto e i discorsi per il prolungamento sono stati interrotti ormai da mesi, perché Thiago Motta non lo reputa funzionale alla sua idea di calcio. Alla chiusura del mercato, però, mancano soltanto dodici giorni e la soluzione al rebus non è imminente. A meno che la Roma, salutato Dybala, non viri con convinzione su di lui, mentre sullo sfondo resta l’interesse anche di Milan e Inter.

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Da Arthur a De Sciglio, le uscite Juve. I dubbi di Kalulu

All’appello, in realtà, mancano ancora parecchie cessioni nell’agenda di Giuntoli. Che nei prossimi giorni dovrà trovare una soluzione per Djalò, e non è escluso che il difensore possa rientrare in ulteriori discorsi con il Porto, e per Arthur, che piace sempre a Firenze e pure in Brasile; per De Sciglio, che potrebbe risolvere il contratto come Szczesny, e per Kostic, tiepido di fronte alle avances arabe e invece ingolosito dai recenti ammiccamenti dalla Premier. Più vicino l’addio di Rugani, che nelle ultime ore ha fatto un passo verso il Bologna (prestito con diritto di riscatto) anziché verso l’Ajax, imminente quello di Nicolussi Caviglia, che attende solo la partenza di Tessmann per vincolarsi al neo-promosso Venezia.

E poi c’è Miretti, il cui destino è legato a doppio filo agli ingressi: con l’arrivo di Koopmeiners e la conferma in gruppo di McKennie, infatti, il canterano opterebbe per una stagione formativa in prestito al Genoa. Entro i primi giorni della settimana, infine, si risolverà anche l’intrigo Pierre Kalulu: il difensore del Milan sposerebbe volentieri la causa bianconera, ma di fronte alla certezza di permanenza a Torino. Sono ore di riflessione per lui e di attesa per Giuntoli.

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In attesa di provare a volare in campo, dribblando quella che sarebbe una pericolosa partenza falsa domani sera contro il Como, la Juventus lavora per dotarsi di ali. Già, al plurale, perché una – con ogni probabilità Nico Gonzalez – a Thiago Motta in questo momento non basta. Il reparto si annida intorno al fresco “diez” Yildiz da una parte e al rinvigorito Weah dall’altra, con alle spalle un nugolo di interessanti giovani della Next Gen che necessitano però di farsi ancora le ossa. Per questo è attesa un’accelerata per l’argentino della Fiorentina. Per questo il direttore tecnico bianconero è alla ricerca di un’ulteriore freccia da posare nella faretra di Thiago Motta. In prestito, però, perché il margine per gli investimenti nell’immediato – secondo i piani alla Continassa – verrà a breve eroso dall’acquisto di Koopmeiners dall’Atalanta. Il nome più caldo sul taccuino di Giuntoli, al momento, è quello del figlio d’arte Francisco Conceiçao, in rotta di collisione con il Porto dopo che il club ha dato il benservito a papà Sergio, in panchina, con metodi giudicati bruschi.

Il classe 2002 a inizio mese ha patito una noia muscolare e venerdì sera non è stato di conseguenza impiegato nella vittoriosa trasferta con il Santa Clara, ma soprattutto ha comunicato alla società la volontà di lasciare i colori biancoblu. Alle condizioni del ds Andoni Zubizarreta, però. Che, per ora, non collimano con quelle prospettate dall’omologo della Juventus. Giuntoli, appunto, vorrebbe mettere le mani sul mancino portoghese in prestito oneroso con diritto di riscatto, mentre i Dragoes non paiono intenzionati a smuoversi da formule che prevedano la certezza dell’operazione. La strada sembra così sbarrata, ma la ferma intenzione del ragazzo potrebbe imporre al club d’appartenenza ulteriori riflessioni. Giuntoli, intanto, continua a monitorare anche la situazione di Marcus Edwards, classe 1998, inglese, in forza allo Sporting Lisbona.

Per completare lo scenario, però, in casa Juventus servirebbe un altro incastro ancora. Ovvero la partenza di Federico Chiesa, grande nodo dell’estate bianconera. L’azzurro continua a lavorare alla Continassa con gli elementi considerati ai margini del progetto e la recente inversione di rotta con McKennie può essere letta come ennesimo segnale anche nei suoi confronti: se con l’americano c’è margine per ricucire, con lui proprio no. Perché è in scadenza di contratto e i discorsi per il prolungamento sono stati interrotti ormai da mesi, perché Thiago Motta non lo reputa funzionale alla sua idea di calcio. Alla chiusura del mercato, però, mancano soltanto dodici giorni e la soluzione al rebus non è imminente. A meno che la Roma, salutato Dybala, non viri con convinzione su di lui, mentre sullo sfondo resta l’interesse anche di Milan e Inter.

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