Pagina 2 | Kalulu, dai duelli alla velocità: tutti i perché della scommessa Juve

Una scommessa contro il tempo. Ecco che cos’è Pierre Kalulu per la Juventus: non nel senso che c’è poco tempo per vincerla, ma nel senso che la scommessa consiste nel riportare il tempo indietro di tre stagioni, a quando il difensore francese è stato uno dei giocatori chiave del Milan campione d’Italia con Pioli in panchina. O perlomeno di due, quando l’ex Lione è stato comunque un pilastro rossonero, pur esprimendosi su un livello un pochino più basso (come del resto tutta la squadra), prima di essere tormentato dagli infortuni nella stagione scorsa (solo 11 presenze). Ma perché la Juventus, trovatasi a dover attuare un piano d’emergenza dopo aver subito il sorpasso sul traguardo del West Ham per Todibo, ha deciso di scommettere sulla possibilità di rilanciare Kalulu?

Kalulu: il profilo

Intanto perché i 24 anni, compiuti due mesi fa, del francese, rendono concreta questa possibilità, e perché è stato possibile portarlo a Torino con un’operazione economicamente poco dispendiosa nell’immediato. Ma dal punto di vista tecnico e tattico? Velocità, tecnica, duttilità. Eccole le risposte. Partiamo dalla velocità. A dare la spinta decisiva nella corsa Scudetto al Milan di Pioli nella stagione 2021-22 sono, tra i vari elementi, le continue avanzate dei terzini Calabria e Theo Hernandez, che si sganciano senza problemi perché alle loro spalle rimangono Kalulu e Tomori che non hanno problemi a coprire l’intera metà campo anche in situazioni di parità numerica. Grazie proprio alla velocità e all’abilità nei duelli individuali: in quella stagione Kalulu subisce una media di 0,1 dribbling a partita, miglior difensore del campionato in questo ambito (tra quelli con almeno 20 presenze) assieme a De Ligt (Juve), Rrhamani (Verona) e Milenkovic (Fiorentina). Con la differenza che lui affronta 3 duelli a partita contro 1,7 di Milenkovic, 1,2 di De Ligt e 0,8 di Rrhamani (dati whoscored.com come i seguenti).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Kalulu: tecnica e duttilità

Come detto il suo rendimento è calato nella stagione successiva, quando i dribbling subiti sono saliti a 0,5 a partita su 2,6 contrasti tentati: ma tra i difensori con più di 2,5 contrasti tentati a partita comunque solo Perez (Udinese) e Dawidowicz (Verona) avevano fatto meglio (0,4 su 2,8). Kalulu è abile a giocare uomo contro uomo e con molto spazio alle spalle: situazioni in cui, volendo occupare la metà campo avversaria, attaccare con molti uomini ed essere aggressiva nel pressing, soprattuto a palla persa, la Juventus si troverà con una certa frequenza. Situazioni in cui, a parte Bremer, gli altri difensori bianconeri fanno un po’ più fatica. La manovra bianconera dovrà però nascera dalla costruzione bassa, volta ad attirare gli avversari per creare spazio da attaccare alle loro spalle, uno dei cardini dell’idea di calcio di Thiago Motta. E qui veniamo alla tecnica e alla duttilità.

Kalulu: bene anche nell'assetto a 3

Nato terzino destro e trasformato in centrale da Pioli, Kalulu può intanto coprire entrambi i ruoli, trovandosi perfettamente a proprio agio anche nell’assetto a tre che la Juve assume spesso quando costruisce, con Cambiaso che si stacca dalla linea dei difensori e va ad affiancarsi a Thuram in mezzo al campo. E può partecipare con sicurezza al fraseggio, visto che nel vecchio ruolo di terzino era comunque abituato a spingere e giocare la palla: nelle due stagioni in cui ha giocato con continuità ha avuto una percentuale di passaggi dell’89%, salita al 93% e 92% limitatamente ai passaggi corti. Velocità, piede e passato da terzino che dovrebbero permettergli anche di inserirsi con profitto quando gli si presenteranno davanti quegli spazi in cui Motta vuole che i giocatori si inseriscano sempre. Ecco perché la Juve ha scommesso su Kalulu.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Kalulu: tecnica e duttilità

Come detto il suo rendimento è calato nella stagione successiva, quando i dribbling subiti sono saliti a 0,5 a partita su 2,6 contrasti tentati: ma tra i difensori con più di 2,5 contrasti tentati a partita comunque solo Perez (Udinese) e Dawidowicz (Verona) avevano fatto meglio (0,4 su 2,8). Kalulu è abile a giocare uomo contro uomo e con molto spazio alle spalle: situazioni in cui, volendo occupare la metà campo avversaria, attaccare con molti uomini ed essere aggressiva nel pressing, soprattuto a palla persa, la Juventus si troverà con una certa frequenza. Situazioni in cui, a parte Bremer, gli altri difensori bianconeri fanno un po’ più fatica. La manovra bianconera dovrà però nascera dalla costruzione bassa, volta ad attirare gli avversari per creare spazio da attaccare alle loro spalle, uno dei cardini dell’idea di calcio di Thiago Motta. E qui veniamo alla tecnica e alla duttilità.

Kalulu: bene anche nell'assetto a 3

Nato terzino destro e trasformato in centrale da Pioli, Kalulu può intanto coprire entrambi i ruoli, trovandosi perfettamente a proprio agio anche nell’assetto a tre che la Juve assume spesso quando costruisce, con Cambiaso che si stacca dalla linea dei difensori e va ad affiancarsi a Thuram in mezzo al campo. E può partecipare con sicurezza al fraseggio, visto che nel vecchio ruolo di terzino era comunque abituato a spingere e giocare la palla: nelle due stagioni in cui ha giocato con continuità ha avuto una percentuale di passaggi dell’89%, salita al 93% e 92% limitatamente ai passaggi corti. Velocità, piede e passato da terzino che dovrebbero permettergli anche di inserirsi con profitto quando gli si presenteranno davanti quegli spazi in cui Motta vuole che i giocatori si inseriscano sempre. Ecco perché la Juve ha scommesso su Kalulu.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...