Nemmeno tre mesi è durata l’avventura di Igor Tudor alla Lazio. Tanto è passato da quel 18 marzo in cui fu ufficializzato per sostituire Maurizio Sarri, ma neanche novanta giorni dopo la squadra biancoceleste è costretta a trovarsi una nuova guida tecnica. A niente, dunque, sono serviti i summit di lunedì e martedì tra allenatore e il suo agente da una parte, il presidente Claudio Lotito e il ds Angelo Fabiani dall’altra. La distanza di vedute sulla gestione della rosa e il prossimo mercato è rimasta tale al punto da portare alla rottura, con l’ufficialità delle dimissioni dell’allenatore arrivate nella serata di ieri.
Lazio, l'addio di Tudor
“La società ringrazia il tecnico per il lavoro svolto, augurandogli le migliori fortune”, la fredda nota del club biancoceleste. Per Tudor, giocatori come Guendouzi, Isaksen, Rovella e Hysaj erano nella lista dei cedibili, mentre all’opposto la pensa la dirigenza che non vuole sconfessare il mercato di un anno fa, soprattutto a fronte di un’estate in cui non potranno esserci spese folli, visto il mancato accesso alla Champions League della prossima stagione. E Tudor, al di là del fatto di non godere della fiducia di tutta la rosa, si era anche reso conto come già da una decina di giorni la società stesse cercando un sostituirlo. Era così inevitabile che le due strade si separassero. Ma, nel frattempo, la Lazio deve correre ai riparti perché la nuova stagione prenderà il via tra circa un mese e non c’è più tempo da perdere. L’ufficialità di Vincenzo Italiano al Bologna, tra l’altro, esclude un profilo che a Formello piaceva molto, con la società che ora sta valutando diverse figure come successore di Tudor.