Ma lo sa che noi attraverso le cessioni di Falchetti e Mengoni riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all’Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho?». Il commendator Borlotti, presidente della Longobarda è un personaggio di fantasia. Ma fino a un certo punto. Perché chi lo conosce sa che il calciomercato è una rappresentazione tragicomica, troppo spesso simile a quella dell’Allenatore nel pallone. È un mondo fatto di intrallazzi, favori incrociati, amici che diventano nemici e viceversa, scommesse al buio e tentativi di fregarsi reciprocamente. Non che tutti quelli che lo popolano siano necessariamente filibustieri o delinquenti, ma è cosa rara non trovare almeno un filo di cialtronaggine nei personaggi che costruiscono e smontano i sogni di milioni di tifosi. E i tifosi sono i primi a saperlo. Ora, questo scenario non può essere il salvacondotto per l’illegalità. Anzi, non sarà mai troppo tardi per portare delle regole nel bazar del calcio. Nello stesso tempo, talvolta il cronista con un po’ di esperienza di trattative sorride di fronte alla ricostruzione che i pm danno del calciomercato, con pennellate in stile “true crime”. Perché «accordi segreti» o «patti riservati» fra club si stringono ogni giorno e il giorno dopo si sciolgono o si modificano o si riscrivono: sono pratiche comuni, date per scontate dall’ambiente e dai suoi frequentatori, abituati a navigare su un fiume carsico e con abitudini tanto contestabili quanto condivise dalla stragrande maggioranza. E, oltretutto, dietro la presunta segretezza mica è detto ci sia sempre dell’inganno, del dolo o dell’illegalità, anche se a raccontarlo come in un noir di Don Winslow può sembrare.
Insomma, il contesto non è secondario per inquadrare alcuni dei fatti di cui la Juventus dovrà rispondere. E questo deve essere tenuto in considerazione soprattutto a livello di opinione pubblica, perché un giudice attraverso un giusto processo (e un dibattimento in cui chiarire le vicende) stabilirà la verità, ma nel frattempo la narrazione avrà fatto il suo sporco lavoro sul pensiero comune e, in certi casi, creato dei mostri. Andate a chiedere a un ds qualsiasi se lo sono davvero, senza microfoni o telecamere, poi ne riparliamo.