MILANO - «Mi ha sorpreso il numero 8, chiedo scusa ma non ne ricordo il nome. Da dove viene quel ragazzo? Gioca davvero bene». A differenza di Luis Enrique, Piero Ausilio sapeva benissimo quando l’ha visto all’opera in Qatar chi era quel numero 8, ma la sua reazione nell’ammirarlo in campo è stata del tutto simile a quella dell’ormai ex commissario tecnico della Spagna che così parlò proprio dopo aver affrontato la Nazionale rivelazione del Mondiale. Il nome di Azzedine Ounahi è infatti da tempo presente nei report degli scout nerazzurri ma, come (purtroppo) avviene in questi casi, l’eco mediatica provocata dal Mondiale ha fatto immediatamente andare alle stelle la sua valutazione. L’Angers si trova per le mani un tesoro e l’ha capito quando il Leicester, pur di averlo già a gennaio, ha presentato un’offerta da 45 milioni, cifra che - manco a dirlo - è fuori portata per il club nerazzurro. La speranza di Marotta e Ausilio è che l’Angers riesca a trattenere il suo gioiello - che ha scelto la maglia numero 8 proprio in onore di Andrés Iniesta, suo idolo e fonte di ispirazione - fino all’estate quando l’Inter, dopo le cessioni, avrà la possibilità di provare a insidiare la fortissima concorrenza della Premier. Le basi per sperare? Essenzialmente due: in primis, il club nerazzurro può giocarsi la carta Agoumé, altro centrocampista che l’Angers può valorizzare e che ha molto mercato in Francia, in secondo luogo Ounahi potrebbe considerare più utile per il suo percorso di crescita, un passaggio in un campionato top che però non ha i ritmi esasperati della Premier, giocando comunque in un club che gli garantisce la vetrina di Champions.
La freccia del Bruges
Non è dato a sapersi se gli apprezzamenti per Ounahi si tradurranno pure in una trattativa, i margini sono ridottissimi, però quel che è certo è che il marocchino piace tantissimo a chi governa l’area tecnica. Discorso in parte simile per Tajon Trevor Buchanan, anche lui osservato con grande attenzione in Qatar anche perché Ausilio deve farsi trovare pronto nel caso in cui arrivi un’offertona per Dumfries. La volontà dell’Inter è infatti quella di realizzare per l’olandese un’operazione in fotocopia a quella che ha portato Hakimi al Psg: affare confezionato in primavera e chiuso prima della deadline del 30 giugno, data entro cui, come disposto da Suning, dovranno essere incassati 60 milioni (si ragiona sulle entrate, non sulle plusvalenze, è bene precisarlo). Le strade del mercato presentano anche scorciatoie e, in tal senso, non ci sarebbe da stupirsi, alla luce della competitività che regna in Premier dove per arrivare tra le prime quattro bisogna costruire squadroni con due titolarissimi per reparto, che il Chelsea l’offerta possa farla a gennaio (senza dimenticare il Manchester United, pure lui in cerca di un esterno a destra). Per accettarla, questa dovrebbe essere irrinunciabile, però un buon ds deve farsi trovare pronto per ogni eventualità con un piano B. E, in tal senso, Buchanan ha fisico e corsa per rimpiazzare Dumfries e gioca in un club, il Bruges, dove al giusto prezzo tutti sono in vendita, come dimostra la trattativa con il Milan per De Ketelaere.