È probabile, a meno che non decida di smettere dopo i 20-25 giorni programmati per ponderare tutte le offerte, che abbia ragione Demetrio Albertini: «Io la leggo così, non è un addio al calcio giocato, ma un addio o un arrivederci alla Juventus». Si tratta, si parla, si scrive di Gigi Buffon, marmo di Carrara della classe ’78 e dal futuro che non sarà più bianconero. Era noto a tutti e lui l’aveva comunicato da tempo alla società. «È andata così», diceva il portiere ai tifosi che gli chiedevano lumi a poche ore dalla partita poi vinta contro il Sassuolo. Parole accompagnate da un’espressione eloquente: come dire che non ci sono dubbi, né sull’impossibilità di contendere lo scudetto all’Inter né su ciò che gli accadrà a breve. O forse un punto controverso esiste: ma questa Juve si può permettere di fare a meno del suo mito lasciandolo andar via a contratto scaduto e senza cercare di trattenerlo? La partita del Mapei Stadium, un po’, ha reso l’idea, anche figlia delle ultime prodezze: il calcio di rigore parato a uno specialista come Domenico Berardi e la respinta sul destro a giro di Pedro Obiang, difficile da prendere perché è la classica situazione in cui il portiere vede il pallone solamente all’ultimo e deve intuirne la traiettoria con la forza dell’esperienza e dello studio continuo.
(...) Attenzione alle indiscrezioni che segnalano la Roma di José Mourinho pronta a sondare il terreno per un 43enne dal fisico e dalle motivazioni sempre al top. I giallorossi sono a caccia di un portiere affidabile nell’immediato, dopo che Pau Lopez (messo ko dalla spalla sinistra: stagione finita e futuro giallorosso a rischio), Antonio Mirante e Daniel Fuzato non hanno dato le giuste garanzie. Un classe 1994, un ’83 e un ’97 da un lato; un ’78 (ma non uno qualunque) dall’altro. Da Trigoria nessuna conferma, però la pista è vera e può pure decollare.
Tutti gli approfondimenti sull'edizione di Tuttosport