TORINO - Bisognerà avere pazienza, la stessa che si chiede al tifoso deluso dal rischio di dover ricominciare a sostenere una squadra non più campione d’Italia dopo nove anni di dominio. Servirà essere bravi, creativi come si usa dire da quando il virus ha modificato usi e costumi anche nel mercato, di sicuro svegli perché nelle partite a scacchi qualsiasi mossa può rivelarsi decisiva. Dunque, scenario di partenza: Juventus e Lione hanno ottimi rapporti, nati ben prima del trasferimento - ai primi di ottobre - di Mattia De Sciglio alla corte dei francesi, e che già avevano coinvolto altri due giocatori di proprietà bianconera, come Douglas Costa e Bernardeschi, accomunati dal no opposto al corteggiamento dell’Olympique. Ciò non toglie che le due società torneranno a parlarsi, innanzitutto per chiarire una volta per tutte quale sarà il destino dell’ex terzino del Milan.
De Sciglio non pensa di tornare in Serie A
Il futuro di De Sciglio è solo un pezzo del puzzle che può coniugare le esigenze di Juve e Lione. Detto che a suo tempo i club si accordarono per un prestito secco, il 28enne milanese non solo è molto apprezzato dal tecnico Rudi Garcia, ma il feeling è ricambiato. Ha lasciato la Serie A senza rimpianti e in Serie A non pensa di tornare. I francesi potrebbero acquistare il calciatore, che ha ancora un anno di contratto con la Juve e un ingaggio alla portata dei transalpini, ma un’operazione del genere rischia di essere legata a uno-due elementi di punta della rosa dell’Olympique. Perché poi, alla fine dei conti, si torna sempre lì: all’opportunità di intavolare uno scambio, che può comportare anche una valutazione “corretta” dei cartellini. De Sciglio al Lione servirebbe per ammorbidire le pretese dei francesi su Houssem Aouar e nell’attesa di un incontro che serva a chiarire le rispettive posizioni, attenzione alle sirene juventine su un altro talento del Lione, Cherki.
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